(immagine d’archivio)

“Il personale, come abbiamo più volte denunciato, è insufficiente e per i cittadini diventa sempre più ardua la possibilità di fruizione dei servizi essenziali di Poste, senza utilizzare la specifica l’app. Nella nostra provincia la quasi totalità degli Uffici Postali (133) non hanno sufficiente personale per aprire le postazioni previste: questa è la causa principale delle lunghe file, oltre al picco dei contagi che va a pesare su organici già insufficienti per carenze progressive e nuovi pensionamenti”, spiegano con una nota Slc/Cgil Modena e Spi/Cgil Area Nord.

Siamo in forte carenza e la pandemia sta evidenziando ulteriormente problemi strutturali nell’organico. Nei prossimi giorni alcuni uffici postali verranno razionalizzati – chiusure temporanee fino al 29 gennaio – e due non faranno più il doppio turno, restando aperti solo al mattino, quelli di Fiorano Modenese e Pavullo nel Frignano.

Riteniamo inaccettabile che in un periodo come questo si obblighino persone fragili a sostenere tempi di attesa lunghi al freddo o in situazioni di assembramento.

Abbiamo assistito nelle scorse settimane ad un atteggiamento aziendale più preoccupato di “far sparire le file di clienti dalle strade”, assembrando di fatto i cittadini nelle sale di attesa piuttosto che rafforzare l’apertura di ulteriori sportelli.

Occorre invece diminuire le capienze delle sale d’attesa e rafforzare le postazioni di lavoro per evitare lunghe file all’esterno degli uffici postali.

Sollecitiamo Poste Italiane a rivedere i numeri coprendo le decine di postazione rimaste scoperte dai pensionamenti ed ad inserire nel breve tempo personale sufficiente a garantire il servizio pubblico essenziale auspicando che non continui a fuggire dai problemi che sono stati posti, lasciando di fatto decine di operatori di sportelleria in situazioni di estrema difficoltà nella gestione quotidiana e scaricando disagi sulla comunità.

I continui tagli al personale a Modena città e negli uffici della Bassa Modenese, che più volte abbiamo denunciato, hanno provocato forte ripercussioni nella qualità dei servizi, con lunghe file al freddo fuori o con gli assembramenti a cui stiamo assistendo dentro le sale.

A farne le spese sono sempre di più i piccoli centri e le persone più fragili e meno avvezze all’uso della tecnologia.

Un esempio è l’ufficio postale di prossimità di Massa Finalese dove i cittadini chiedono un servizio pubblico adeguato e un rafforzamento del personale per far fronte alla fruizione dei servizi di Poste.

Ma anche a Modena città sono diversi gli uffici postali in cui ci sono code di cittadini molto lunghe, in più oggi l’ufficio di Modena Centro è chiuso al pubblico da venerdì per forti rallentamenti nelle procedure di sanificazione.

La Slc/Cgil di Modena aveva indetto uno sciopero a marzo 2021 e si era mobilitata per sensibilizzare l’Azienda a riequilibrare il personale per garantire il servizio sia negli uffici postali di Modena città che nei piccoli centri come quello di Massa Finalese, purtroppo però costatiamo che in Poste gli unici ad avere la consapevolezza dei disservizi sono solo gli operatori di sportelleria, la cittadinanza e le organizzazioni sindacali.

Lo Spi-Cgil Area Nord condivide e sostiene la richiesta del sindacato Slc-Cgil di potenziare il personale  addetto agli sportelli. E’ solidale con le lavoratrici ed i lavoratori costretti a sopperire alla mancanza di  personale ed evidenzia la grave situazione soprattutto per le persone anziane, le quali hanno poca dimestichezza con il digitale e grosse difficoltà di mobilità e dunque devono aspettare in fila, in piedi, per molto tempo, anche quando piove o c’è molto freddo come in questi giorni.

Lo Spi-Cgil inoltre sottolinea come in un centro come Massa Finalese si stia assistendo progressivamente ad un impoverimento dei servizi essenziali come l’ufficio Postale,  che ha un solo dipendente, o la Banca Intesa  San Paolo che ha chiuso recentemente gli uffici costringendo i clienti a recarsi a Finale Emilia”.