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Un ritrovato slancio dell’economia è confermato dai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, come emerge dall’analisi dell’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna. Dopo dodici anni di riduzione continua, la base imprenditoriale regionale ha ripreso a crescere in termini tendenziali. Si tratta di un “rimbalzo”, che segue la frenata legata al lockdown del 2020 e alla fase acuta dell’emergenza Covid (determinato probabilmente anche dalle misure governative di sostegno) che ha riportato l’insieme delle imprese attive alla dimensione del 2019.

Le imprese attive. Al termine del 2021, sono risultate 400.680 con un aumento di 2.913 unità (+0,7 per cento) rispetto al termine dello stesso trimestre del 2020. Si tratta del primo incremento registrato nel quarto trimestre dal lontano 2008, cosa che conferma l’inversione di tendenza in positivo emersa dall’inizio 2021, dopo anni di ininterrotta riduzione della base imprenditoriale. L’andamento dell’imprenditoria regionale è risultato leggermente migliore rispetto a quello riferito a livello nazionale, che ha visto le imprese attive segnare un più lieve aumento (+0,3 per cento) rispetto al quarto trimestre del 2020.

I settori di attività economica. La disaggregazione dei dati evidenzia gli effetti della pandemia, dei provvedimenti adottati a tutela delle imprese e della ripartenza.

La base imprenditoriale dell’agricoltura, silvicoltura e pesca-acquacultura si è ridotta di 671 unità (-1,2 per cento), una variazione determinata dalla prima (-717 unità, -1,4 per cento).

L’industria ha perso 109 imprese (-0,2 per cento). Nella sola manifattura il calo negli ultimi 12 mesi è stato di 112 unità (-0,3 per cento). In quest’ambito, è sostanziale l’incremento nella riparazione e manutenzione di macchine (+87 unità, +2,4 per cento). I contributi negativi sono giunti dall’industria della moda (-90 imprese), in particolare, delle confezioni (-51 unità, -1,2 per cento) e tessile (-2,9 per cento).

L’insieme del commercio all’ingrosso e al dettaglio e della riparazione di autoveicoli e motocicli ha subito una lievissima flessione (-115 unità, -0,1 per cento): a determinarla unicamente l’ingrosso (-299 unità, -0,9 per cento), mentre nel dettaglio un leggero aumento (+183 unità, +0,4 per cento), invariate le altre componenti.

Le costruzioni hanno rafforzato la tendenza positiva già avviata con una crescita di 1.605 unità nel 2021 (+2,5 per cento) grazie agli evidenti benefici degli incentivi governativi. Trainanti le imprese che effettuano lavori specializzati (+1.222 unità, +2,5 per cento), per ristrutturazioni e piccoli interventi, poi quelle impegnate nelle edificazioni (+2,4 per cento).

L’incremento del complesso dei servizi (+2.088 unità +0,9 per cento), il più ampio degli ultimi 10 anni, si deve agli altri servizi diversi dal commercio (+2.203 imprese, +1,5 per cento), il più ampio mai rilevato. Solo il settore del trasporto e magazzinaggio ha mostrato un segno rosso (-266 unità, -2,0 per cento), determinato dal trasporto terrestre (-273 unità, -2,5 per cento).

Decisa l’accelerazione delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+498 unità, +3,0 per cento) e dell’immobiliare (+452 unità, +1,7 per cento).

A seguire, l’aggregato noleggio, agenzie di viaggio servizi di supporto alle imprese (+405 unità, +3,1 per cento).

Un segnale di ripresa è giunto dai servizi di ristorazione e alloggio (+320 unità, +1,1 per cento), che ha trovato un temporaneo allentamento delle restrizioni connesse alla pandemia: ad aumentare le prime (+346 unità, +1,4 per cento), che hanno compensato il calo delle altre attività gravate dalle difficoltà del turismo e dalla riduzione di trasferte per lavoro, fiere e congressi. In accelerazione i servizi di informazione e comunicazione (+298 imprese, +3,3 per cento), determinato da produzione di software, consulenza informatica (+161 unità, +4,4 per cento), trascinate dal ricorso allo smart working.

Bene le attività finanziarie e assicurative (+235 unità, +2,5 per cento), in ripartenza quelle artistiche, sportive, intrattenimento e divertimento (+159 unità, +2,7 per cento).

 

La forma giuridica. L’incremento tendenziale delle imprese attive al termine del 2021 è stato determinato dalle società di capitale (+3.968 unità, +4,2 per cento), il più ampio aumento in termini assoluti degli ultimi 13 anni, grazie all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata. Va sottolineata l’eccezionale inversione di tendenza in positivo delle ditte individuali (+310 unità, +0,1 per cento), il primo incremento in più di 14 anni, mentre la perdita riferita allo stesso trimestre del 2020 era stata di ben 2.579 imprese. Le società di persone hanno mostrato invece un rallentamento della tendenza negativa (-1.301 unità, -1,8 per cento), un dato che risulta, comunque, il più contenuto degli ultimi otto anni. In riduzione (-0,7 per cento) cooperative e consorzi.