Un nuovo ambulatorio per migliorare il follow-up dei pazienti che hanno avuto un infarto, strumentazioni all’avanguardia a disposizione di specialisti continuamente aggiornati, e tecnologie di ultima generazione che consentono di raggiungere i più elevati standard europei.

La Cardiologia dell’Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola, diretta dal dottor Carlo Ratti, sfrutta appieno i vantaggi di tecnologia e innovazione per crescere e diventare sempre più smart, avviando processi di digitalizzazione che contribuiscono ad incrementare il livello qualitativo dell’offerta al cittadino. Con il supporto determinante del territorio: è di pochi giorni fa l’arrivo a Mirandola del lettoergometro, lo strumento utilizzato per l’esecuzione dei test da sforzo e donato dall’Associazione La Nostra Mirandola Odv presieduta dalla Professoressa Nicoletta Vecchi Arbizzi, grazie al contributo della ditta Icotet.

Il lettoergometro – È un letto con una cyclette che permette di pedalare da posizione semisupina, mentre il cardiologo effettua l’esame ecocardiografico. L’esame, che consente di studiare il comportamento del muscolo cardiaco o le variazioni dei parametri emodinamici valvolari durante l’aumento del carico di lavoro, serve ad approfondire la causa dei disturbi accusati dal paziente, ad accertare lo stato funzionale del sistema cardiovascolare e a decidere, in base all’esito, se effettuare ulteriori approfondimenti di tipo invasivo. Grazie a questa donazione per eseguire l’esame non sarà più necessario indurre farmacologicamente lo stato di stress, evitando eventuali rischi e complicanze.

Ecocardiogrammi digitali – Tra le altre novità della Struttura complessa di Cardiologia del Santa Maria Bianca spicca la digitalizzazione dell’ambulatorio di ecocardiografia, che consente l’archiviazione digitale di immagini e referti degli ecocardiogrammi eseguiti, la possibilità di visualizzare le stesse immagini in siti remoti e di condividerle per eventuali consulti con i colleghi degli ospedali in rete, nonché la possibilità di creare e conservare uno storico degli esami effettuati per confrontare l’evoluzione nel tempo di eventuali alterazioni morfologiche e funzionali. “Le immagini – spiega l’Ingegner Marco Martignon del Servizio Unico di Ingegneria Clinica diretto dall’Ingegner Massimo Garagnani – vengono recuperate dall’archivio digitale, confrontate e visualizzate in apposite workstation dotate di monitor medicali con adeguata qualità diagnostica per la refertazione degli esami cardiologici, migliorando significativamente la qualità della prestazione erogata”. Prezioso il supporto, nella prima fase di apprendimento dell’utilizzo dei dispositivi, degli ecocardiografisti della Cardiologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara diretta dal dottor Stefano Tondi, dove il sistema è presente da circa un anno.

L’ambulatorio del post-infarto – Da aprile il ventaglio di servizi offerti dalla Cardiologia mirandolese è stato ampliato con l’attivazione dell’ambulatorio del post-infarto, rivolto ai pazienti colpiti da infarto miocardico, che necessitano di controlli predefiniti (solitamente a 1, 6 e 12 mesi dall’evento acuto). L’esigenza di un ambulatorio dedicato a questa patologia nasce dalla constatazione del fatto che a distanza di un mese da un infarto miocardico una percentuale non trascurabile di pazienti non segue più le terapie prescritte e non modifica il proprio stile di vita, perché ritiene di essere guarito o perché le sue condizioni generali sono migliorate. All’interno dell’ambulatorio, nel follow up clinico-strumentale di questi pazienti, gli specialisti cardiologi si avvalgono di numerose strumentazioni, tra cui il lettoergometro donato da La Nostra Mirandola Odv, che consente indirettamente di valutare l’eventuale progressione, quando presente, della malattia coronarica residua.

Con l’apertura dell’ambulatorio del post-infarto, la Struttura complessa di Cardiologia di Mirandola è in grado di prendersi cura di tutte le più importanti patologie cardiovascolari, dall’infanzia all’età avanzata – spiega il direttore Ratti –. Ringrazio sentitamente l’associazione La Nostra Mirandola e la presidente, la Prof.ssa Arbizzi, per la sensibilità e la generosità dimostrate con la donazione del lettoergometro, uno strumento di ultima generazione che ci consente, insieme alle altre novità, un salto di qualità evidente. Con la digitalizzazione dell’ambulatorio di ecocardiografia, infatti, potremo richiedere l’accreditamento alla Società Europea di Cardiologia, in questo modo chi si sottoporrà ad un ecocardiogramma a Mirandola troverà gli stessi indici qualitativi di un esame eseguito a Parigi o a Berlino. Inoltre l’ambulatorio di ecocardiografia è entrato a fare parte della rete formativa della scuola di specializzazione in Cardiologia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia diretta dal Professor Giuseppe Boriani. Sono tutte dimostrazioni del fatto di come si possa ambire a raggiungere l’eccellenza in determinati campi anche in un ospedale periferico”.

Ai ringraziamenti a La Nostra Mirandola per la donazione si uniscono anche Giuseppe Licitra, Responsabile Direzione sanitaria del Santa Maria Bianca, e Angelo Vezzosi, Direttore del Distretto di Mirandola: “L’alleanza sanità-territorio trova massima espressione in queste azioni che portano valore aggiunto diffuso. Ormai da decenni La Nostra Mirandola supporta l’ospedale e l’assistenza sanitaria territoriale con donazioni che aiutano i professionisti a innalzare il livello di qualità a vantaggio dei cittadini. In questo senso il percorso di crescita intrapreso dalla Cardiologia è importante ed evidenzia l’abnegazione e il costante desiderio di migliorarsi dei professionisti che vi lavorano

Desidero esprimere il mio personale ringraziamento alla ditta Icotet che ha permesso con la propria donazione l’acquisto del lettoergometro – sottolinea la Professoressa Nicoletta Vecchi Arbizzi –, strumentazione che rende la Cardiologia di Mirandola al passo con i tempi. Ritengo inoltre sia molto importante che si proceda in tempi brevi all’espletamento del concorso per l’incarico di direttore del reparto, per dare continuità e stabilità alle progettualità avviate. La sanità pubblica è un bene preziosissimo da difendere con tutta la forza possibile, ciascuno per il proprio ruolo di competenza: noi, in quanto espressione diretta del territorio, facciamo la nostra parte con orgoglio e dedizione”.