Sabato scorso 23 luglio, personale appartenente all’Ufficio di Polizia di Frontiera Aerea presso l’Aeroporto “G.Marconi” di Bologna, durante le verifiche dei documenti in possesso dei passeggeri del volo in arrivo da Casablanca hanno proceduto al controllo di un cittadino di nazionalità burkinabè, in possesso di passaporto valido rilasciato dalle Autorità del Burkina Faso, che viaggiava unitamente ad una minore munita di passaporto e visto  Schengen rilasciato dal Consolato di Abidjan in Costa D’Avorio.

L’accompagnatore esibiva al personale un documento in lingua francese denominato “Autorisation Parentale” apparentemente a lui rilasciato dalle Autorità di stato civile ivoriane quale delegato dai genitori della minore all’accompagnamento  nel viaggio in Italia.

Gli accertamenti tecnici svolti sul passaporto della minore attraverso la specifica strumentazione in possesso degli esperti di falso documentale consentivano però di verificare che il visto Schengen era stato rilasciato dalle Autorità Consolari a persona diversa da quella presente. Inoltre, ponendo attenzione alle caratteristiche somatiche si poteva constatare infatti che l’effigie fotografica ritraeva persona diversa, seppur somigliante, rispetto alla minore presente.

Quest’ultima alla fine dichiarava le proprie reali generalità  indicando quale anno di nascita il 2007 e asserendo di non conoscere il suo accompagnatore ma di averlo visto per la prima volta in aeroporto ad Abidjan.

Il passeggero ivoriano dichiarava ripetutamente di essere stato delegato  all’accompagnamento della minore da genitori italiani che sarebbero arrivati in aeroporto a prelevarla ma non forniva alcun elemento utile al loro rintraccio; forniva solo un numero telefonico collegato ad una chat che, nonostante innumerevoli tentativi, non si riusciva a contattare.

Sul passaporto in possesso dell’uomo vi erano numerosi timbri attestanti diversi viaggi che motivava asserendo in un primo momento di essere un uomo politico e successivamente, contraddicendosi, un agente di viaggio.

Ritenendo pertanto che sussistessero i presupposti del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il passeggero ivoriano veniva tratto in arresto e, a seguito degli atti di rito, tradotto presso la locale casa circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La minore veniva invece affidata agli assistenti sociali del Pr.I.S. di Bologna.

Il 25 luglio ha avuto luogo il giudizio direttissimo presso il Tribunale di Bologna all’esito del quale il giudice, ritenuta la gravità del fatto, disponeva l’applicazione della custodia cautelare in carcere.