Frane diffuse e corsi d’acqua in crescita, nel piacentino e nel parmense, dove piove intensamente dalle prime ora di oggi. I corsi d’acqua hanno raggiunto soglia 3; mentre per il Nure è già passato il colmo di piena, c’è grande attenzione – con monitoraggio costante della situazione – per il Baganza, soprattutto all’altezza di Colorno.

Proprio a fronte dell’innalzamento del livello dei torrenti Baganza e Parma, è in corso dalle 11 di stamattina un graduale abbassamento (a 50 metri d’acqua al secondo) delle paratoie delle bocche della cassa di espansione del Parma, gestito da Aipo. L’obiettivo è trattenere parte delle acque nella cassa e ridurre il deflusso verso la città di Parma, dove il Baganza si immette nell’altro torrente (il Parma).

“Massima attenzione e allerta da ieri e costante monitoraggio dei fenomeni- sottolinea la vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, Irene Priolo, in costante collegamento con il presidente Stefano Bonaccini e la Giunta-; siamo in contatto con i Comuni, le Prefetture, i Vigili del fuoco e tutte le forze sul territorio. I tecnici dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile sono attivi dalla giornata di ieri, insieme ai volontari di Protezione civile, così come già da ieri sono aperti i Coc, i Centri operativi nelle province interessate”.

Stamani, un ponte sul torrente Sporzana, a Ozzanello, in comune di Terenzo (Parma) è parzialmente crollato a causa della piena del fiume. Ci sono alcune famiglie isolate, chiuse le strade provinciali.

Nel piacentino, il torrente Nure ha superato soglia 3. A Farini, sono state evacuate diverse famiglie nella mattinata e chiusi i ponti a Ferriere, Ponte dell’Olio e Bettola; in via precauzionale, sono già pronti i volontari con camion di sabbia e sacchi nelle aree prestabilite adiacenti Piacenza. Il Trebbia, attualmente sotto il livello 2, non desta al momento preoccupazione.

Confermate dunque le previsioni meteo di ieri, con quantitativi di pioggia molto consistenti nelle aree più occidentali della regione, soprattutto con rovesci temporaleschi, a partire dall’Appennino, in spostamento da ovest a est e dalla montagna alla pianura; venti forti e mare agitato al largo della costa ferrarese.

Intanto, è stata emessa una nuova allerta meteo, valida dalle ore 12 di oggi, 30 ottobre, e per tutta la giornata di domani, 31 ottobre 2023, con l’allargamento dell’allerta rossa per criticità idraulica (piena dei fiumi) nella zona G1 e G2 (montagna, collina e pianura del piacentino e del parmense).

Le intense precipitazioni osservate e previste nella giornata di oggi, lunedì 30 ottobre, determineranno livelli idrometrici prossimi o superiori alle soglie 3 su Aveto, Nure e Parma-Baganza; prossimi o superiori, invece, alle soglie 2 negli altri corsi d’acqua del settore occidentale dell’Emilia-Romagna. Sono previsti fenomeni franosi diffusi, ruscellamenti estesi lungo i versanti e rapidi innalzamenti dei livelli idrometrici nel reticolo minore con fenomeni di erosione delle sponde.

Nella serata, si prevedono condizioni del mare sotto costa che potranno causare fenomeni localizzati di ingressione marina ed erosione del litorale, in particolare nella costa ferrarese. Nelle prime ore di domani, martedì 31 ottobre, sono ancora previste condizioni favorevoli allo sviluppo di temporali di forte intensità in progressivo spostamento dai rilievi occidentali a quelli orientali con esaurimento dei fenomeni in mattinata.

Le precipitazioni rallenteranno l’esaurimento delle piene in corso, mentre saranno possibili nella prima metà della giornata fenomeni franosi, ruscellamenti diffusi lungo i versanti ed erosioni delle sponde nel reticolo minore. Sono previsti venti sud-occidentali di burrasca forte (75-88 Km/h) sulle aree montane e di burrasca moderata (62-74 Km/h) sulle aree collinari della regione, con temporanei rinforzi o raffiche di intensità superiore in attenuazione dalle ore serali. Nella prima metà della giornata è previsto, per la costa ferrarese, mare da molto mosso ad agitato al largo, in successiva attenuazione, e condizioni del mare sotto costa che potranno generare localizzati fenomeni di ingressione marina ed erosione del litorale.

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È allarme delle campagne in un ottobre bollente segnato però da una media di oltre quattro eventi estremi al giorno tra nubifragi, alluvioni e trombe d’aria che colpiscono le coltivazioni ingannate dalle alte temperature. È quanto afferma Coldiretti sulla base dei dati Eswd (European Severe Weather Database) in riferimento all’allerta meteo della protezione civile di fine mese, rossa per rischio idrogeologico sui settori meridionali dell’Emilia-Romagna.

A rischio le colture che per il caldo hanno prolungato la stagione in un 2023 che si posiziona in Italia al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,82 gradi la media storica da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr nei primi nove mesi con l’anomalia climatica che è stata addirittura di +1,02 gradi al nord.

Nei campi ci sono – spiega Coldiretti Emilia Romagna – dalle melanzane ai peperoni, dalle zucchine ai cetrioli, mentre sono ancora in corso le raccolte del mais e del riso ed è appena iniziata quella delle olive con il centro nord che ha già perso 1/3 della produzione. Nei frutteti si teme per gli agrumi, dalle arance ai mandarini, per mele e pere che sono in piena fase di raccolta e per le produzioni di cachi e kiwi dove una grandinata può devastare il lavoro di un intero anno.

Siamo di fronte – continua Coldiretti Emilia Romagna – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti. Il risultato è che il 2023 si classifica come l’anno nero dell’agricoltura italiana con danni che superano i 6 miliardi di euro (oltre un miliardo solo in Emilia-Romagna) a causa di nubifragi, tornado, bombe d’acqua, grandinate con esplosioni di maltempo violento intervallato da ondate di calore africano.

Si registra quest’anno – spiega Coldiretti Emilia Romagna – un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre secondo l’analisi Coldiretti e si è verificato un calo anche per il pomodoro e per la vendemmia (-12%).

“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – continua Marco Allaria Olivieri, direttore di Coldiretti Emilia Romagna – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque”.

“Servono – conclude Nicola Bertinelli, presidente di Coldiretti Emilia Romagna – investimenti anche grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti”.