Si parla di società cronicamente divise nella due giorni di seminari organizzata dal Dipartimento di Scienze del Linguaggio e della Cultura dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia che da anni studia le società attraversate da una storia di scontro e di conflitto radicali.
“La costruzione della pace in situazioni di conflitto intrattabile. Il caso di Israele e dei Balcani” è il titolo dell’iniziativa, in programma per venerdì 30 e sabato 31 marzo 2012, che ha ricevuto il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e che si terrà presso l’Aula P04 del Centro Servizi Didattici della Facoltà di Medicina (via Del Pozzo, 71) a Modena.
“Nell’ambito della propria attività di ricerca sul tema dalla gestione dei conflitti e della promozione del dialogo – ha dichiarato Vittorio Iervese, docente di sociologia fra gli organizzatori dell’iniziativa – da alcuni anni il gruppo di sociologia del Dipartimento di Scienze del Linguaggio e della Cultura organizza degli incontri scientifici con ospiti nazionali ed internazionali. I seminari in programma fanno parte di questo ciclo di riflessioni con ricercatori di diversa estrazione disciplinare, impegnati a definire teorie, metodi e strumenti per lo studio dei diversi aspetti relativi ai conflitti e alla pace. Due giornate per riflettere e discutere su come affrontare temi e situazioni ritenuti non affrontabili: conflitti radicali e con una lunga storia, per questo ritenuti intrattabili”.
La prima giornata venerdì 30 marzo, con inizio a partire dalle 15.00, sarà dedicata ad Israele e ai tentativi e alle difficoltà di costruire una cultura della pace in un Paese la cui identità è andata sempre più definendosi attorno ad una politica di contrapposizione e di occupazione nei confronti dei territori limitrofi. A parlarne saranno Ifat Maoz e Zvi Berkerman, due importanti ricercatori della Hebrew University, e Marcella Simoni dell’Università Cà Foscari di Venezia.
Saranno, invece, i Paesi dell’area Balcanica, attraversati da numerosi conflitti che ne hanno ridisegnato la geografia e il tessuto sociale, ad essere al centro dell’attenzione della seconda giornata, sabato 31 marzo, a partire dalle ore 9.00. Mila Orlic dell’Università di Rijeka (Croazia), Eric Gobetti e Francesca Rolandi dell’Università di Torino si occuperanno di come le memorie collettive siano molto facilmente uno strumento politico che sostiene il conflitto o, più raramente, diventino un fattore fondamentale di riconciliazione.

