Ovvero, sono possibili e molto credibili “buone pratiche” delle pubbliche amministrazioni territoriali, per il contrasto efficace alla illegalità economica. I cosiddetti “anticorpi” ci sono, e si possono far agire quotidianamente contro il peggior male che penalizza la nostra economia e pone l’Italia agli ultimi posti in Europa: l’evasione e le truffe fiscali. Anticamera dei fondi neri, riciclaggio e concorrenza sleale fra le imprese.
La Cgil, in ogni sede di incontro con le istituzioni locali, ha fortemente spinto per l’adesione di tutti i Comuni al Patto.
I recenti dati esposti dall’Agenzia delle Entrate-Emilia Romagna a proposito della collaborazione con i comuni, confermano la strada giusta per rendere finalmente credibile la lotta contro chi froda il fisco.
Migliorare su questa strada è perciò necessario e possibile, partendo dagli ottimi traguardi raggiunti.
La nostra regione è di gran lunga la prima, a livello nazionale, per numero di Comuni coinvolti nel Patto virtuoso con l’Agenzia delle Entrate, e la prima per risultati ottenuti.
E’ perciò dimostrabile nei fatti che chi truffa il fisco può essere scoperto, denunciato e convinto a pagare come tutti i cittadini onesti.
Il primato dell’Emilia-Romagna si realizza anche grazie al contributo modenese.
La provincia di Modena è prima nella graduatoria regionale delle “maggiori imposte accertate” grazie alle segnalazioni dei comuni per 13,6 milioni di euro, e prima anche per l’entità di risorse “già incassate” per 3,6 milioni.
Un consistente “malloppo” ripreso a contribuenti modenesi disonesti, che ritorna nelle tasche di tutti i cittadini.
Interessante osservare che l’ambito “settoriale” delle segnalazioni partite dai Comuni, non si muove a vanvera: quasi tre su quattro ( il 74% ) si riferiscono ad evidenti sottostime nelle proprietà edilizie e patrimoniali, nelle transazioni immobiliari, commercio e professionisti.
Solo nell’ultimo anno, le suddette segnalazioni sono accresciute del 53% .
Segno che il meccanismo rende e funziona ed è finalmente assunto da moltissimi comuni emiliani e modenesi, mentre sta migliorando la collaborazione ed il coordinamento con l’Agenzia delle Entrate per rendere più efficace il Patto, l’interscambio dei dati, i percorsi di formazione specifica per il personale.
Prendiamo come riferimento i cinque comuni modenesi che campeggiano nella top ten regionale degli Enti più virtuosi: Modena, Carpi, Mirandola, Soliera e Formigine.
Solo nell’ultimo anno da essi sono partite ben 1.113 segnalazioni (+71%) e ciò è il risultato di un’attività sempre più qualificata di ricerca ed incrocio dei dati disponibili negli uffici comunali competenti e delle polizie municipali.
I risultati si leggono nettamente. In quei cinque comuni, la maggiore imposta accertata a seguito delle segnalazioni, arriva ad 8.9 milioni, con un incremento del +117% , cui va aggiunto il risultato di S.Cesario, Nonantola e Maranello per ulteriori 2,8 milioni, per un totale di quasi 12 milioni.
Il conseguente beneficio già “riscosso” dai comuni modenesi è dell’ordine di 3,2 milioni.
Ciò significa che nei prossimi mesi, man mano che si perfezionerà la contabilità dell’Agenzia delle
Entrate regionale, sono attesi rientri sui bilanci comunali modenesi per altri 8 milioni !
In particolare per il comune di Modena che, in questa fase, appare fra i più penalizzati da questo ritardo, avendo all’attivo oltre 630 segnalazioni mirate, che hanno prodotto un’evasione accertata di oltre 2,8 milioni.
Un dato decisamente negativo riguarda invece i comuni finora “indifferenti” che non hanno aderito al Patto antievasione.
Significativa la punta del 49% nella provincia di Rimini e, per quanto riguarda il modenese, i comuni montani di Fiumalbo, Montese, Montecreto e Riolunato.
Dimenticanza? Quei comuni ritengono di non avere evasori fra i possessori di seconda casa, o di non avere necessità di bilancio, o di non avere bisogno della preziosa collaborazione dell’Agenzia provinciale delle Entrate?
La Cgil si è già rivolta ai Sindaci per avere chiarimenti e sollecitare la sottoscrizione del Patto.