gruppo-organizzatori-promoVenti partecipanti, tra cui nove fotografe e il 40% di esordienti, oltre a due laboratori per bambini: sono questi i numeri della nuova edizione di FotoCarpi, l’ormai nota e largamente partecipata esposizione di opere fotografiche e audiovisive e iniziative collegate organizzata ogni anno dal Gruppo Fotografico Grandangolo BFI con il patrocinio del Comune di Carpi, Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF) e grazie al contributo di Fondazione CR Carpi.

È legato alla musica il tema di questa edizione, dal titolo Una canzone in mente: su questa traccia tutti i partecipanti, di età differenti tanto da poter far parlare di incontro intergenerazionale all’interno del Gruppo, si sono interrogati e hanno compiuto la propria ricerca nel corso dell’anno, ricerca che li ha condotti a produrre le opere che saranno esposte da sabato 16 maggio a martedì 2 giugno presso la Sala Ex Poste di Palazzo Pio, a Carpi.

Svolgendosi l’inaugurazione – che si terrà alle ore 17.00 di sabato 16 – in concomitanza con la Notte europea dei Musei, la mostra resterà straordinariamente aperta fino alle ore 24.00.

Inoltre, in apertura del vernissage, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino (ONAV) offrirà una degustazione di prodotti del territorio.

Domenica 17 dalle ore 15.00 alle 19.00 il pubblico potrà poi seguire visite guidate alla mostra, condotte da Silvano Bicocchi e gli autori.

Le due iniziative collegate saranno invece dedicate, quest’anno, ai bambini e ragazzi dai 5 agli 11 anni: sabato 30 e domenica 31 maggio, alle ore 16.30 presso la Sala Ex poste, un massimo di 25 giovani potranno partecipare a Un salto tra le foto!! e Piccola come una montagna, gigante come una formica, due laboratori gratuiti volti alla creazione di un piccolo libro fotografico, condotti dall’educatrice e fotografa Renza Grossi e organizzati a partire rispettivamente dalle fotografie di Valter Turchi e Claudia Cavazzuti. Per informazioni e prenotazioni è necessario inviare una mail a grandangolo.labor@libero.it.

Come recita il contributo del curatore Silvano Bicocchi: “Avere una canzone in mente è innanzitutto segno di essere dialoganti con la vita collettiva nella quale viviamo”. E sono un dialogo e un’interrogazione su temi quali bellezza, sublime, trasgressione, libertà, oppressione, perturbante, amore, ribellione, idealismo e senso del futuro che i membri del Gruppo Grandangolo hanno portato avanti in FotoCarpi15. Se Danilo Baraldi si lascia condurre da ‘Hey Joe’ di Jimi Hendrix nelle atmosfere perturbanti del Noir che ci rappresenta con lo straniamento avvertito nel notturno, Mirco Carletti interpreta invece con un audiovisivo ‘The Funnet’s ship’, raffigurando tutta l’esuberanza giovanile della band Funnets; si passa poi alla canzone d’autore italiana con ‘Il gigante e la bambina’ di Claudia Cavazzuti, che rivisita le dinamiche di relazione evocate dalla canzone di Dalla nei rapporti tra padre e figlia; scelta, quella del cantautorato nostrano, effettuata anche da Pamela Lodi, che con ‘La cura’ pone in evidenza il valore dell’accudimento e la protezione che si compie nel rapporto amoroso tra madre figlia; ‘Sono sempre i sogni a dare forma al mondo’ è invece il brano di Luciano Ligabue che sostanzia il progetto di Niko Mecugni, che  scrive le parole della canzone sulla pelle di una giovane donna; all’estero guarda invece Valeria Cremaschi che, con la sua interpretazione di ‘The musical box’ dei Genesis indaga i dolorosi sentimenti generati dall’atto dell’abbandono; con ‘Smoke on the Water’ Giorgio Ferriani rivisita da par suo le atmosfere trasgressive della musica di Frank Zappa, mentre Renza Grossi scandaglia le introspettive atmosfere metafisiche del dualismo corpo-anima, tematica dell’omonima canzone degli Arcade Fire ‘My body is a cage’; le atmosfere euforiche dei concerti Rock, i diversi stati d’animo che li accompagnano e le nuove idee di libertà in essi sperimentate sono esplorati da Ilenia Gasparini ne ‘Il popolo della musica’; più intimista, invece, Stefania Lasagni, capace di ricavare da ‘Blower’s Daughter’ di Damien Rice un’opera concettuale in cui, attraverso l’isolamento di diversi sguardi, prende forma il linguaggio simbolico naturale che comunica all’amato; si torna invece alla musica italiana d’autore con la ricerca di Stefania Luppi, con la sua versione de ‘Il testamento di Tito’ di De André reinterpretata attraverso un polittico di immagini scattate in un recente viaggio a Gerusalemme; alle atmosfere stranianti ed erotiche messe in atto nei riti stereotipati della seduzione si dedica invece Manuela Marchetti con ‘Baby Dull’, sui contenuti della canzone omonima del gruppo Ustmamò; anche il silenzio è musica: con ‘4’ 33’ di Sebkha-Chott Claudio Montali rappresenta il ritorno alla normalità di edifici lesionati dal terremoto del 2012, mentre ‘What a wonderful world’, resa famosa da Louis Amstrong, serve a Mario Orlandi per comporre il suo inno alla meraviglia della vita in ogni suo istante significativo; Kina Anita Maria Rampon rievoca a sua volta ‘Black or White’ di Michael Jackson, rappresentando l’energia positiva del protagonismo e l’entusiasmo che ne anima il messaggio morale che si oppone a uno stile di vita anonimo e piatto; con ‘Carnevale’, invece, Aldes Rossi si ispira all’Inno del Carnevale di Ivrea che celebra, dopo secoli, lo spirito di ribellione alla tirannia e la festa per la vittoria popolana; a Rolando Rota, che sulle note di ‘Jailhouse Rock’ di Elvis richiama le atmosfere americane del Rock’n’Roll attraverso una narrazione tematica di attuali raduni in costume risponde idealmente Andrea Taddia  che,  con ‘Smash it Up’, celebra i miti degli USA degli anni ‘60 e ’70, dove un’intera generazione di giovani interruppe i sogni della Beat Generation e fu mandata a combattere in Vietnam; c’è posto anche per la musica classica, con l’interpretazione che  Walter Turchi dà del ‘Grande valzer brillante’ di Chopin, in un messaggio metaforico di esaltazione della bellezza; per finire con Marco Vincenzi che, attraverso ‘Rock your soul’ di Elisa, pone lo spettatore a contatto con il mutamento antropologico in atto nel mondo globale.

Spiega il Presidente del GFG Danilo Baraldi: “Anche questo si presenta un anno ricco di iniziative volte a far conoscere il mondo della fotografia. La mostra, frutto di un impegno collettivo durato un anno, è la prima portata da gustare, non soltanto metaforicamente, ma anche attraverso un buon vino, da sorseggiare mentre si passeggerà tra i vari progetti presentati. In questo senso la collaborazione con ONAV ci è sembrata importante per completare quel concetto che ci caratterizza da sempre: il GFG è formato da persone il cui principio base è il piacere enofotogastronomico. Essendo poi la musica il tema di fondo e il leitmotiv del progetto, si potrà ascoltarla attraverso lettori MP3 forniti in dotazione ai visitatori.  Altra importante novità è rappresentata dai laboratori per bambini e ragazzi condotti da Renza Grossi, nel quale si lavorerà su alcuni progetti visibili in mostra. Ma non finisce qui. Infatti, dopo la pausa estiva, il Gruppo Fotografico Grandangolo BFI ritornerà alla ribalta espositiva con nuove proposte espositive di attualità, e non solo”.

Assai entusiasta anche il vicesindaco e assessore alla Cultura Simone Morelli: “Un’associazione come il Grandangolo rappresenta una vera e propria ricchezza per il nostro territorio. Perché contribuisce a divulgare la fotografia, in primo luogo, ma anche per il suo valore aggregativo di tante persone di età differenti, che si ritrovano per riflettere su temi importanti come l’arte, la bellezza e lo statuto e il ruolo dell’immagine nella nostra contemporaneità. Da questo punto di vista, educare alla visione significa educare al civismo. Non posso dunque che complimentarmi con tutti i membri del GFG, ringraziandoli per vulcanico entusiasmo che dimostrano ogni anno e per la dedizione, la serietà e l’allegria con la quale parlano, a tutti, di temi molto seri”.

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