Per il 45,6% del campione è
aumentata, rimasta uguale per il 43,4% e diminuita soltanto per
il 3,1% degli intervistati. Oltre il 54% denuncia una pressione
fiscale compresa tra il 40% ed il 60% del reddito della propria
impresa, mentre in molti casi chi paga le tasse pare non sapere
dove vanno a finire i soldi versati allo Stato. Una quota
consistente degli intervistati infatti (il 33,6%), ammette di
conoscere solo in pochissimi casi l’esatta destinazione dei vari
tributi.


Sono alcune delle risposte ad un questionario sul fisco
proposto dalla Cna di Modena ad un campione di 650 imprenditori
associati, distribuiti in maniera omogenea per dimensione,
settore economico di appartenenza e localizzazione territoriale.
Il sistema fiscale viene ritenuto non solo eccessivamente
pesante (36,4%), ma anche iniquo (25%), eccessivamente
burocratico e formale (23,5%), ed inefficiente (8,8%).

L’85% non mette in discussione il dovere di pagare le tasse, ma
sottolinea l’inadeguatezza del sistema fiscale italiano. Una
percentuale minore, ma ancora rilevante (66,8%), aggrava il
giudizio sull’inefficienza del sistema tanto da giustificare
atteggiamenti più ‘personali’, ma meno in linea con la regola.
Solo l’11,5% del campione ritiene che, tutto sommato, l’attuale
sistema fornisca tanto vantaggi quanto svantaggi.
Per ciò che concerne le misure fiscali di sostegno
all’economia, la maggioranza degli intervistati (58,3%), afferma
di preferire misure meno consistenti in termini di risparmio, ma
più durature nel tempo, contro un 18,8% che, invece, si
pronuncia a favore di misure energiche ma temporanee come
l’agevolazione prevista dalla Legge Tremonti.

Il 77,6% del campione ritiene che nel contesto italiano vi
siano molte tasse e pochi servizi, percentuale che, pur
rappresentando sempre la maggioranza relativa, scende per la
provincia (41,2%).
Per ciò che riguarda misure come i concordati, in
particolare quelli proposti dall’ultima legge finanziaria, viene
data una valutazione decisamente negativa. Infatti, il 70%
ritiene che si tratti di interventi che legalizzano l’evasione,
il 72% pensa che in questo modo si aumenti l’ingiustizia
fiscale, mentre il 30% degli imprenditori chiamati in causa li
ritiene comunque strumenti in grado di agevolare le imprese.

L’indagine ha, inoltre, tentato di verificare il gradimento di
alcuni possibili indirizzi di riforma fiscale, almeno di quelli
più comunemente discussi. In quest’ambito, per gli imprenditori
continua ad essere particolarmente suggestiva l’ ipotesi di una
detrazione dei costi da parte di tutti i cittadini (‘votatà dal
43,1% del campione). Si tratta di un’indicazione che va oltre
all’interesse d’impresa; infatti l’aumento delle spese
deducibili per le aziende è richiesto dal 24,9%. Poco meno del
20% del campione, invece, ritiene particolarmente importante
l’accorpamento e la riduzione delle imposte, sottolineando così
anche l’esigenza di una semplificazione del sistema fiscale.