L’industria ceramica cinese dal 1993
é il maggiore produttore mondiale di piastrelle e sanitari,
così l’Istituto italiano per il commercio estero (Ice) e l’Acimac, l’associazione di categoria, hanno voluto saperne di
più e hanno commissionato l’indagine ‘The Ceramic Production
in the People Republic of China’ alla Beijing Topview Consulting
& Trading.

In vent’anni – questi i risultati presentati a Modena – la
produzione cinese di piastrelle è passata dai 10 milioni di
metri quadrati l’anno ai 1.868,5 milioni del 2002 (con una
capacità produttiva installata di 2.500-3.000 milion), quella
di stoviglieria è salita da 1.200 milioni a
16.470 milioni di pezzi nel 2002, mentre la capacità produttiva
nel comparto dei sanitari è decuplicata, da 6 a 60 milioni di
pezzi l’anno.


Il fatturato complessivo dell’ industria ceramica cinese ha
raggiunto nel 2002 i 6,8 miliardi di euro, con un incremento del
13,3% sul 2001. Quasi la metà del fatturato (3,2 miliardi di
euro) è stata realizzata dall’ industria produttrice di
piastrelle, seguita dalla produzione di stoviglieria (1,6
miliardi di euro), sanitari (1,4 miliardi di euro), ceramica
tecnica e artistica (544 milioni di euro). Nell’ ultimo decennio
il numero di aziende ceramiche è cresciuto del 30% annuo. Oggi
si contano circa 3.500 imprese produttrici di piastrelle e
sanitari, di cui due terzi hanno sede nel sud. Il 90% sono
piccole e medie imprese con tecnologie e impianti obsoleti. Solo
un migliaio superano i 500.000 euro di fatturato annuo. L’industria è estremamente frammentata, con centinaia di piccole
imprese che realizzano il 54% della produzione di piastrelle
(ovvero un miliardo di metri quadrati su 1,86 miliardi). Le
principali aree produttive sono le regioni del Guangdong,
Shangdong, Sichuang, Fujian e l’ area di Shanghai. Foshan, nel
Guangdong, è il più grande polo produttivo per le piastrelle
nel mondo, con circa 5.000 imprese operanti nell’ intera
filiera, di cui 1.000 grandi aziende produttrici di piastrelle:
qui si produce il 55% della produzione nazionale.


Dal 1983 (anno in cui fu installato in Cina il primo impianto
completo per piastrelle fabbricato in Italia) ad oggi, si stima
che siano stati importati in Cina oltre 400 impianti completi,
420 forni e 3.000 presse. L’ Italia è stato senza dubbio il
maggior fornitore di tecnologia, con record di vendite nella
prima metà degli anni Novanta (nel 1993 il valore dell’ export
italiano in Cina raggiunse i 372,3 milioni di euro pari al 38%
dell’ intero export italiano di macchine per ceramica).
Dalla seconda metà degli anni Novanta le esportazioni di
tecnologia italiana sono diminuite, assestandosi tra gli 85 e i
100 milioni di euro l’ anno: l’ enorme capacità produttiva
installata in pochi anni deve infatti essere assorbita (la
domanda interna di piastrelle è ancora inferiore del 40%
rispetto alla capacità produttiva).
La domanda cinese di tecnologia italiana avanzata non è più
indirizzata all’ espansione quantitativa, bensì al
miglioramento qualitativo delle produzioni, da questo punto di
vista ancora decisamente deficitario se paragonato agli standard
occidentali.