Dopo gli incrementi dei prezzi alla produzione alimentare dei primi mesi dell’anno (+1.4% tra febbraio e marzo), in aprile e maggio i ritocchi ai listini sono stati più contenuti (+0.2%). A trattenere gli incrementi è la debolezza dei consumi di
generi alimentari, che dopo la caduta dello scorso anno, stanno in questi mesi registrando
un assestamento. Nuovi ritocchi ai listini industriali potrebbero però essere alle porte: le attese prospettano ulteriori rincari tra giugno e luglio.

L’inflazione alla produzione alimentare dovrebbe comunque confermarsi al 2%. I cittadini, invece, dovranno attendersi una ripresa dei prezzi dei generi di largo consumo nella seconda metà dell’anno.
Questo quanto emerge dall’ultima riunione dell’Osservatorio ‘Prezzi e mercati’ dell’INDIS, Istituto dell’Unioncamere specializzato nella distribuzione nei servizi, cui partecipano sia gli operatori delle diverse filiere che i rappresentanti delle istituzioni.

Inflazione alla produzione alimentare alla prova dei consumi
Nei primi cinque mesi del 2005 i prezzi pagati dalle centrali d’acquisto della distribuzione organizzata sono rincarati dell’1.7%, con un’inflazione alla produzione che, dallo zero di dicembre, è salita sino a quasi il 2%. Una chiara inversione di tendenza, considerato che nei dodici mesi del 2004 i prezzi erano rimasti fermi. I dati più recenti indicano però solo piccoli ritocchi ai listini di vendita nel bimestre aprile-maggio, con rincari intorno allo 0.2%. In questi mesi le vendite alimentari stanno registrando un assestamento, dopo la discesa
attraversata nel 2004. Non si può ancora parlare d’inversione di tendenza, ma di consolidamento dei bassi livelli raggiunti alla fine dello scorso anno. La debolezza dei consumi alimentari è di carattere strutturale, non riflette solo la stagnazione del potere d’acquisto ma anche l’invecchiamento della popolazione e l’assenza di crescita demografica. Sul punto, l’Osservatorio ha sottolineato che sono anche cambiate le abitudini e le “strategie” di acquisto. Non è un caso che si sia parlato di discountizzazione della distribuzione, con una crisi delle formule distributive che non tengono conto della ampia mobilità dei consumatori, alla ricerca del prezzo più conveniente.

Prezzi alla produzione stabili tra aprile e maggio
Tra aprile e maggio alla diminuzione dei prezzi alla produzione delle carni e degli insaccati
si contrappongono i rincari degli oli, delle bevande e dello scatolame. Anche tra le diverse tipologie di carni la situazione è abbastanza variegata: scendono del 3% tra aprile e maggio i prezzi alla produzione della carne di vitello e suino, rincarano
invece dell’1% quelli del bovino adulto e della carne fresca di pollo. Negli ultimi dodici mesi il bovino adulto è aumentato del 14% mentre il vitello è diminuito del 5%. L’andamento del prezzo di questo prodotto, in forte controtendenza, riflette il
desiderio di ritorno dei prezzi verso equilibri sconvolti ai tempi del fenomeno della “mucca
pazza” (BSE). Nonostante il ritorno dell’inflazione alla produzione verso il 2%, i prezzi al consumo
alimentari non dovrebbero subire variazioni almeno sino alla fine del periodo estivo. I recenti aumenti dovrebbero, infatti, ancora essere compensati della discesa dei prezzi alla produzione durata per tutta la seconda metà del 2004.

Al consumo recuperi rimandati alla fine dell’estate
Dalla fine del periodo estivo anche i prezzi al consumo alimentari potrebbero registrare
aumenti dovuti all’aggravio dei costi con cui le centrali d’acquisto della distribuzione
commerciale si approvvigionano presso l’industria alimentare. Per il bimestre giugno-luglio le centrali d’acquisto prospettano un aumento dei prezzi alla produzione dello 0.7%. Adeguamenti dei listini alla produzione di una certa importanza sono attesi per il suino (+5% tra giugno e luglio) e per gli oli d’oliva ed extra vergine (visti rincarare del 4%). Aumenti del 3% sono attesi anche per il caffè in grani. Qualora le anticipazioni dovessero tradursi in consuntivi, l’inflazione alla produzione alimentare registrerebbe un’ulteriore lieve accelerazione al 2.1% in luglio.