“I fatti di Parigi e di altre città francesi e belghe devono farci riflettere. Il tema della relazione tra multiculturalismo e sicurezza non è più rinviabile in una realtà come la nostra che conta il 10% di stranieri”. Per questo serve ‘una via italiana’ capace di affrontare il tema della vivibilità in modo collegiale, coordinato e integrato. Lo ha detto il sindaco di Modena Giorgio Pighi nella relazione svolta ieri pomeriggio in apertura del Consiglio comunale tematico dedicato alla sicurezza, appuntamento al quale ha partecipato, con un suo intervento, anche il Prefetto Italia Fortunati.

“La ricerca del confronto e della collaborazione tra gli organi decentrati dello Stato e i rappresentanti della collettività e della comunità modenese – ha spiegato il sindaco – è stato un obiettivo prioritario che ci ha guidati in tutte le azioni che l’Amministrazione ha messo in campo per contribuire ad assicurare ai cittadini modenesi un contesto di vita quanto più vivibile e sicuro possibile. Il percorso che abbiamo intrapreso ha chiarito le rispettive competenze in materia di sicurezza ed evidenziato che in questa città i problemi si affrontano in modo collegiale”.

A Modena la percezione di sicurezza è progressivamente aumentata negli ultimi anni: nel 1996 la percentuale dei modenesi che giudicava la città “molto o abbastanza sicura” era il 44,8%, dato sceso al 40,5% nel 1999 e salito al 67,3% nel 2004. Un risultato – ha ricordato il sindaco – che è frutto di un approccio “di prossimità” che valorizza il poliziotto o il carabiniere di quartiere, di un impegno sul fronte della prevenzione e di interventi strutturali che puntano a rimuovere le cause del disagio (una innovativa metodologia di intervento riguarda, per esempio, la riqualificazione del condominio Rnord di via Attiraglio). Senza trascurare gli interventi sulla prostituzione, la videosorveglianza, il sistema informativo per velocizzare il rilascio dei permessi di soggiorno, l’osservatorio sugli appalti, il potenziamento e la qualificazione professionale della Polizia locale.

“Rimane tutt’oggi indefinita la questione del rapporti istituzionali tra città e stato nella co-produzione di politiche di sicurezza, sia a livello nazionale che locale, e quindi una migliore definizione di competenze ed obiettivi di ciascuno”, ha ribadito il sindaco, secondo il quale mancano “una strategia nazionale di politiche di sicurezza” e “riferimenti precisi in un quadro normativo che disciplini i rapporti istituzionali” su questa materia. In particolare, ha concluso Pighi, “con la Polizia municipale stiamo avviando una riflessione su come strutturare percorsi di comunicazione e relazione stabile con le comunità di stranieri così come si stanno realizzando significative azioni di integrazione sociale e di costruzione, assieme agli immigrati, di un nuovo concetto di cittadinanza che veda il riconoscimento delle differenze accanto ad una parità di diritti e doveri”.