Avevano lo sfratto da due anni e
nel frattempo non si erano mai dati da fare per cercare un’altra sistemazione in attesa che il Comune di Bologna assegnasse loro un’abitazione dell’Acer, l’ex istituto case popolari.

Ma quando stamattina alle 10,30 ha bussato alla porta l’ufficiale giudiziario la moglie ha minacciato di gettarsi dalla finestra del primo piano di una piccola palazzina. Ne e’ nata una trattativa tra la donna e i poliziotti, nel frattempo sul posto erano anche giunti i vigili del fuoco, che si e’ conclusa dopo circa un’ora.



La protagonista e’ una donna algerina di 39 anni, F.D., regolare in Italia, che viveva in un appartamento di via del Meloncello, nella zona collinare del capoluogo emiliano, insieme al marito M.D., 47
anni, anch’egli algerino, muratore in Italia da 18 anni, e i due figli di 7 e 4 anni, il piu’ grande dei quali affetto da un handicap fisico.
Dopo un’ora e mezza di discussione con gli agenti, l’ufficiale giudiziario e la proprietaria, i due coniugi sono stati convinti a liberare l’abitazione e a farsi accompagnare negli uffici dei servizi sociali del Comune di viale Vicini dove si provera’ a dare loro una sistemazione.



La coppia viveva in quella casa da otto anni e due anni fa la proprietaria aveva chiesto loro di andare via perche’ l’appartamento serviva alla figlia. I due, pero’, avevano deciso di andare via da li’ solo per spostarsi in una casa dell’Acer, abitazione che non e’ stata ancora assegnata loro nonostante siano in lista d’attesa da otto anni.
Da quando era stato notificato loro lo sfratto, nel maggio 2004, i coniugi avevano anche avuto due proposte per andare a vivere altrove, ma per ragioni varie si erano sempre rifiutati finche’ stamattina non sono stati sbattuti fuori.