Ascom Imola, associazione aderente a Confcommercio, esprime fortissima delusione per l’epilogo della vicenda “autodromo-Gran premio di Formula uno”. Un epilogo amaro che è il risultato di una trama surreale, caratterizzata da un susseguirsi di dichiarazioni a volte preoccupate, a volte rassicuranti, sempre fumose. E quando le parole sono fumose, altrettando inconsistenti sono i fatti che le seguono, come la cronaca di queste ultime ore ha, purtroppo, dimostrato.

La città di Imola ha perduto il suo più rilevante evento internazionale e non potrà più contare sul grande valore mediatico e di immagine che la Formula uno portava non solo alla città e alle imprese del territorio imolese, ma anche alla regione Emilia Romagna e, infine, all’intera nazione. Una vetrina importantissima per il made in Italy più innovativo, per le nostre imprese manifatturiere.

“La nefasta uscita di Imola dalla Formula uno – dice Danilo Galassi, presidente di Ascom Imola – danneggia tutti, dando immagine del più stereotipato “pasticcio all’italiana”, in cui le istituzioni non hanno saputo mettere in campo le risorse e le competenze necessarie alla continuità di una grande tradizione. La perdita del Gran premio è dunque un duro colpo inferto alla credibilità internazionale della nostra città e svuota un contenitore prestigioso, l’autodromo “Dino ed Enzo Ferrari”, collocandolo in un appannato futuro che nulla ha che vedere con la grande storia sportiva che lo contraddistingue. Un futuro nebuloso che non permetterà alla struttura di sostenere un quasi inevitabile “effetto domino”, in cui gli altri eventi importanti, come il campionato Superbike e l’Heineken Jammin’ festival, potrebbero dirigere verso altri teatri, che in Italia non mancano di certo”.

In un periodo così delicato dal punto di vista economico e occupazionale il venir meno del Gran premio rappresenta un grave danno non solo di immagine, ma anche economico per quel che rappresenta in termini di occupazione diretta.

“Quando sul territorio va in crisi un’azienda che occupa qualche decina di persone tutti, giustamente, si mobilitano, per salvarla – prosegue Galassi – A maggior ragione questa mobilitazione deve avvenire adesso, poiché il solo settore turistico, nel circondario, dà lavoro a 1.200 persone, senza considerare l’indotto. Posti di lavoro che vengono messi a rischio dalla perdita dei grandi eventi. Perciò riteniamo che non si possa cedere allo sconforto ma si debbano invece rispettare gli impegni presi per il riammodernamento dell’impianto e lottare per mantenere questo evento a Imola, verificando quali spazi ci siano ancora per reinserire la gara già nel calendario del 2007, con il concreto sostegno non solo dei vertici di Provincia e Regione, ma anche della vicepresidenza del Consiglio dei ministri, al quale il Governo affida la delega alle politiche per il turismo”.

Ascom Imola invita pertanto l’Amministrazione comunale ad essere il nucleo per la costituzione di un nuovo ente gestore dell’autodromo, che veda la partecipazione attiva e costruttiva del mondo economico e imprenditoriale imolese, sul modello di quanto già avviene in altre città con la gestione di strutture importanti (ad esempio a Bologna con l’Ente fiere). Tutti dovranno fare la loro parte fin da subito, smettendo di cercare colpe e responsabilità e dimostrando di avere veramente a cuore il rilancio del ‘Dino e Enzo Ferrari’.