La tutela delle risorse naturali, sia a livello locale sia a livello internazionale, rappresenta uno dei principali problemi all’ordine del giorno dell’agenda delle Nazioni unite. Per attuare una politica di sostenibilità dello sviluppo è necessario possedere conoscenze, qualitative e quantitative, sul complesso insieme di interazioni che legano sistema socio-economico e sistema ambientale. L’Università e la ricerca scientifica possono offrire al territorio i migliori strumenti analitici e programmatici per disegnare nuove strategie, al fine di promuovere uno sviluppo della società in armonia con l’ambiente e nel pieno rispetto e tutela della natura.


Su questa linea si è svolta oggi la giornata di studi ‘Conversazioni sull’ambiente e la sostenibilità’, organizzata da Università di Modena e Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia e Fondazione della Cassa di risparmio di Reggio Emilia “Pietro Manodori”, nella sede universitaria di viale Allegri (ex Zucchi) a Reggio. Fra gli intervenuti, il professor Walter Ganapini (presidente di Greenpeace Italia e coordinatore scientifico della giornata) e il professor Allan Johansson dell’Helnsinky University of Technology, che ha tenuto una lezione magistrale. Alla giornata di studi ha partecipato l’assessore comunale all’Ambiente e Città sostenibile, Pinuccia Montanari. Rilevante la partecipazione di ricercatori, esperti e pubblico alle sessioni di lavoro.

“Il modello industriale attuale è finito. Dobbiamo ripensare tutto il modello di produrre e consumare, non solo dei singoli prodotti, ma nell’insieme”. E’il messaggio forte, lanciato nella sua lezione magistrale all’Università di Modena e Reggio dal professor Allan Johannson, docente del Technical Research Centre of Finland e dell’International Institute for Industrial Envoiromental Economics di Lund (Svezia). Il professor Johansson, uno dei maggiori esperti di tematiche ambientali in Europa e per questo tra i più ascoltati da parte degli Organismi comunitari europei. “I cambiamenti – ha detto fra l’altro Johannson – oramai fondamentali, sono raggiungibili tramite diversi stili di vita, stili che non significano meno qualità, ma al contrario migliorano la nostra esistenza e quella di tutto il Pianeta”.

“Sono queste le vere sfide per lo sviluppo sostenibile – ha proseguito Johannson – in quanto non è possibile parlare di sostenibilità ambientale e poi continuare con questo modello industriale che è finito”. Il cambiamento, per l’esperto finlandese, “può nascere grazie alle piccole e medie imprese di alta tecnologia che possono fare da apripista per tutto il modello economico”. Piccole e medie imprese che, a Reggio Emilia e in gran parte dell’Emilia Romagna, costituiscono il nerbo del tessuto economico e produttivo.
“Quindi – ha concluso il professor Johansson – questo cambiamento deve avvenire dal basso, attraverso la gente, con iniziative locali promosse dai Comuni, dalle Regioni e da tutte quelle piccole e medie aziende che sono specializzate in alta tecnologia”.