I risultati dell’indagine su legalità e sicurezza compiuta da Confcommercio e Gfk Eurisco riportano, a livello locale, una crescita di insicurezza negli imprenditori. In particolare la maggiore percezione di un aumento di furti e rapine. Per il nostro territorio solo il 2% (dato nazionale 4%) degli imprenditori dichiara che la situazione è migliorata, mentre per il 49% è peggiorata, contro una media nazionale del 37%. Localmente per il 48% la situazione è invariata, mentre lo è per il 57% delle imprese in Italia.


Sul versante delle iniziative ritenute più efficaci per la sicurezza dell’impresa, l’analisi riguarda gli operatori del commercio, del turismo e dei servizi, la certezza della pena e una maggiore protezione sul territorio risultano in testa alla classifica Confcommercio – Gfk Eurisco per il 57% degli operatori dell’Emilia Romagna, contro una media nazionale del 53%, anche la protezione del territorio è ritenuta localmente una misura di efficace contrasto della criminalità per il 57%, contro il 50% nazionale. La collaborazione con le forze dell’ordine è efficace per il 29% degli intervistati locali, contro la media nazionale del 35%, il poliziotto di quartiere è efficace per il 25% (dato nazionale 21%). Quanto alle misure cautelative nei confronti del racket, il 41% degli operatori in regione ne ha adottata almeno una, contro una percentuale nazionale del 40%.

La “mappa della criminalità” è frutto di una presentazione nazionale nell’ambito del convegno su “Legalità e sicurezza” al quale sono intervenuti il ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, il sottosegretario del Ministero dell’Interno, Ettore Rosato, il Commissario straordinario antiracket e antiusura, Raffaele Lauro, il vicepresidente della Commissione antimafia, Giuseppe Lumia e il presidente di Confcommercio Sicilia, Roberto Helg. Come si riscontra dalla sintesi dei dati che seguono, di confronto tra le regioni, lo studio fotografa un Paese diviso a metà sulla tipologia dei reati percepiti in crescita, ma unito sulle misure da adottare per aumentare la sicurezza delle imprese.

Il 49% degli imprenditori dell’Emilia Romagna ha la sensazione che i reati siano cresciuti. Seguono la Toscana (44%), il Veneto (42%), l’Umbria e le Marche (41%). Più ottimiste Puglia e Sicilia, dove, rispettivamente l’8 e il 7% delle imprese, parla di incrementi dei livelli di sicurezza. Al Sud, però, gli intervistati avvertono un sensibile aumento di estorsioni ed usura. La morsa del racket è avvertita sempre di più in Campania, Calabria e Basilicata; mentre quella dell’usura in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Sicilia. Sulle misure di contrasto e prevenzione del crimine, il 53% degli imprenditori (con percentuali maggiori in Liguria, Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna) invoca certezze nelle pene e il 50% (in particolare in Sicilia, Emilia Romagna e Lazio) maggiore protezione sul territorio. Infine, sempre tra le misure anticrimine chieste dagli imprenditori, il 35% indica una maggiore collaborazione con le forze dell’ordine. Su questo aspetto, però, i numeri la dicono lunga sulle differenze tra le regioni: se in Trentino e Friuli a chiedere cooperazione con polizia e carabinieri sono il 49% degli imprenditori, in Sicilia dello stesso avviso è solo il 25% degli esercenti.