La Struttura Complessa di Dermatologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal professor Alberto Giannetti, è all’avanguardia nella diagnosi precoce del tumore cutaneo. La struttura del Policlinico, infatti, è stata la prima a livello mondiale ad utilizzare in maniera sistematica, a partire dal 2003, la microscopia confocale, una metodica di diagnosi non invasiva ad alta risoluzione che permette di evitare la biopsia per la diagnosi di melanoma.

Questo lusinghiero risultato è stato conseguito grazie al lavoro del gruppo di ricerca sul melanoma coordinato dalla professoressa Stefania Seidenari e dal professor Giovanni Pellacani.

Non è quindi un caso che sia proprio la Clinica Dermatologica del Policlinico di Modena, conquistatasi il ruolo di centro di riferimento a livello mondiale in questo campo, a promuovere il meeting internazionale “In vivo confocal microscopy: diagnosis of melanocytic lesions and skin tu-mors” (Microscopia confocal in vivo: diagnosi delle lesioni melanocitarie e dei tumori cutanei) che si terrà il 20 e il 21 ottobre al Centro Servizi Didattici della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (via del Pozzo 71) a partire dalle ore 9.00.

Il meeting ha lo scopo di condividere e presentare le esperienze maturate nei singoli centri di ricerca in Europa e nel mondo sulla microscopia confocale, nel campo della oncologia cutanea e il suo impatto nella diagnosi precoce del melanoma. L’incontro è coordinato dal professor Giovanni Pellacani dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, dal professor Salvador Gonzalez del Me-morial Sloan Kettering Cancer Center di New York (USA), e dai professori Josep Malvehy e Susana Puig dell’Hospital Clinico di Barcellona (Spagna), e vedrà la partecipazione dei migliori professionisti nel campo della diagnosi e della cura del tumore cutaneo.

“La metodica della microscopia confocale rappresenta il futuro della diagnosi oncologica in dermatologia – spiega il professor Giovanni Pellacani – in quanto consente di visualizzare cellule e strutture ad una risoluzione quasi istologica in modo non invasivo, fornendo una biopsia virtuale del tessuto. Questo permetterà in futuro una maggiore precocità della diagnosi di tumore cutaneo ed il ri-sparmio di numerose asportazioni chirurgiche di lesioni benigne, pertanto non necessarie”.

Recentemente il professor Giovanni Pellacani e la professoressa Stefania Seidenari hanno presentato i risultati di questa ricerca, eseguita in collaborazione con il Sydney Melanoma Center (Au-stralia) e basata sulla valutazione di oltre 300 casi di lesioni di difficile interpretazione diagnostica, in una pubblicazione apparsa sul prestigioso Journal of Investigative Dermatology, che dimostra un signi-ficativo miglioramento nella diagnosi dei nevi e dei melanomi rispetto alle metodiche tradizionali (PEL-LACANI ET AL. The impact of in vivo reflectance confocal microscopy for the diagnostic accuracy of melanoma and equivocal melanocytic lesions. Journal of Investigative Dermatology, 2007).