La richiesta alla Regione di istituire una nuova autonomia scolastica per l’Istituto tecnico Fermi è stata approvata dal Consiglio provinciale di Modena con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e quello contrario dell’opposizione. L’autonomia, chiesta a partire dal prossimo anno scolastico, si aggiungerà alle 94 già esistenti nella provincia di Modena per le quali è stata richiesta la conferma.

«La concessione dell’autonomia al Fermi è in funzione del passaggio allo Stato della gestione dell’istituto – ha spiegato Silvia Facchini, assessore provinciale all’Istruzione – e ha il compito di garantire l’autonomia che giustamente i docenti richiedono».

Elena Malaguti (Margherita-l’Ulivo), ha sottolineato che «molto spesso si confonde la statizzazione con il dirigismo ma in realtà la scuola pubblica è la scuola dell’autonomia». Critica con il metodo seguito dalla Provincia «che ha escluso il confronto» è stata Marisa Malavasi (Forza Italia) per la quale «la convenzione non garantisce a sufficienza i diritti acquisiti perché può essere superata da una legge dello Stato, peraltro richiesta dagli insegnanti come maggior garanzia». Stesso argomento per Stefano Lugli (Prc) per il quale è anche fondamentale «la stabilizzazione del personale docente che rimane in capo alla Provincia, ma non vanno dimenticati i 30 che restano precari né il tema della coesistenza di personale che appartiene a due enti diversi».

Per Giorgio Barbieri (Lega nord), «si sta vendendo un patrimonio di esperienza e capacità che per anni ha fabbricato cervelli. Sarebbe stata più corretta e difficilmente contestabile la verità: ci liberiamo del Fermi per risparmiare». Secondo Demos Malavasi (Ds-l’Ulivo) «non si tratta di vendere o comprare ma di dare un futuro a questa scuola e alla scuola superiore modenese nel suo insieme. La prospettiva del passaggio del Fermi allo Stato è un investimento sul futuro anche per gli insegnanti». Per Claudio Bergianti (Ds-l’Ulivo) non bisogna nascondere che «l’eccellenza del Fermi dipende dagli insegnanti, che rimarranno gli stessi, ma anche dalla selezione in ingresso. Un principio che non può più essere applicato a una scuola dell’obbligo». Cesare Falzoni (An) ha affermato che «prima il Fermi era il nostro fiore all’occhiello e ora va statizzato con un impoverimento notevole per la Provincia». Infine, Tomaso Tagliani (Udc) ha dichiarato che «è difficile dare voto favorevole a un’incognita di questo tipo. Non vorrei che ci trovassimo ad avere malcontento e un istituto in decadenza».