L’attenzione alla persona assistita in terapia intensiva, i suoi bisogni, anche di visite dei familiari, la necessità di maggiore relazione con i professionisti sanitari: la Regione Emilia-Romagna ha messo in campo uno specifico progetto di innovazione nelle terapie
intensive, che non si manifesta soltanto sul piano tecnologico ma investe, appunto, anche gli aspetti relazionali e di cura.


Di questo si discute martedì 24 febbraio a Bologna (dalle ore 9 alla Sala Maggiore del Savoia Hotel Country House, in via San Donato 159/161) nel convegno “Innovare per l’umanizzazione delle cure e la dignità della persona. Il caso delle terapie intensive”.
L’incontro, promosso dall’Agenzia sanitaria e sociale dell’Emilia-Romagna, è inserito nel Programma ricerca e innovazione Emilia-Romagna (PriE-R), un programma avviato dalla Regione nel 2005 per sostenere le Aziende sanitarie nello sviluppo della ricerca e
dell’innovazione tra le proprie attività istituzionali.
Premessa dell’iniziativa è, appunto, la necessità propria dei servizi sanitari di innovarsi e cambiare, su tutti i piani – tecnologico,
organizzativo, assistenziale – per affrontare in modo efficace i bisogni di assistenza del paziente e della sua famiglia. In tal senso, le terapie intensive si caratterizzano come l’ambito in cui è più evidente il contrasto tra la crescente sofisticazione tecnologica della medicina
moderna e la sua frequente incapacità di considerare adeguatamente la dimensione umana e relazionale dell’assistenza.

Nel corso dell’incontro verranno presentati i risultati delle indagini condotte dal gruppo di lavoro nel 2007 e nel 2008 nelle terapie
intensive della regione, indagini che avevano l’obiettivo di valutare l’applicabilità nei processi assistenziali del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna del modello di “terapie intensive aperte”.
Questo modello organizzativo, già applicato in diversi Paesi (in particolare in Svezia e Inghilterra e in parte in Francia e negli Stati
Uniti), prevede una maggiore flessibilità rispetto al modello tradizionale seguito in Italia, consentendo alla persona ricoverata e alla
famiglia un orario più ampio per le visite (anche senza la barriera degli indumenti di protezione individuale che abitualmente i famigliari indossano) e più opportunità di relazione con i
professionisti sanitari.
Il convegno, al quale interviene anche l’assessore regionale alle politiche per la salute Giovanni Bissoni, propone nel pomeriggio una tavola rotonda sul tema della proporzionalità delle cure.

Il tema pone al centro la comunicazione tra professionisti e tra gli stessi, la persona
assistita e la famiglia per una migliore partecipazione alle decisioni terapeutiche.
Per maggiori informazioni e per scaricare il programma dettagliato del convegno, consultare il portale del Servizio sanitario regionale
dell’Emilia-Romagna (SalutEr) e il sito
dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale
(Agenzia Sanitaria e Sociale).