stradaL’Assemblealegislativa dell’Emilia Romagna ha approvato una risoluzione, presentata da Marco Monari, presidente del gruppo pd, e sottoscritta dai presidenti dei gruppi sdi, idv, pdci e verdi, nella quale si chiede che la Giunta regionale solleciti il Governo a mantenere gli impegni assunti sulla variante di Rastignano. In particolare, nel documento i firmatari chiedono che l’esecutivo nazionale, nel rispetto degli impegni presi, reperisca con la massima urgenza le risorse economiche per permettere la realizzazione dell’opera, considerato soprattutto che oggi esistono tutte le condizioni tecniche e logistiche per una sua rapida realizzazione, scongiurando così un ulteriore incremento dei costi.

Nella risoluzione si ripercorre l’iter della variante, a partire dall’accordo quadro del 1994 tra Regione Emilia-Romagna, Ministero dei Trasporti, Ferrovie dello Stato e Tav e si richiamano i nuovi impegni per la sua realizzazione assunti successivamente nel 2004 da Tav e Ministro dei Trasporti Lunardi e nell’agosto del 2008 dal Ministro Matteoli. Nonostante gli impegni più volte assunti ufficialmente, rilevano i consiglieri, la risposta che il Ministro Matteoli ha fornito ad un’interrogazione parlamentare sul tema sembra denotare la volontà del Governo di non procedere con i lavori, adducendo a scusante il fatto che Tav, avendo terminato i lavori per l’Alta Velocità, non è più disponibile alla cantierizzazione, che la variante ed i relativi finanziamenti non sono più inseriti nei documenti di programmazione di Anas e che la strada non può beneficiare delle risorse del Contratto di Programma Anas in quanto arteria regionale e non statale.

I consiglieri, poi, rammentano le numerose iniziative, raccolte di firme ed appelli che nel corso degli anni Comitati di cittadini, amministratori locali, forze politiche ed economiche dei Comuni delle cinque valli bolognesi hanno promosso per richiedere a Provincia, Regione e Ministero per le infrastrutture la certezza dei finanziamenti per la realizzazione della variante e chiedono al Governo di riconoscere la strategicità di un’opera essenziale per la vita dei cittadini.