caveNel 2010 le 50 cave modenesi e i 27 frantoi presenti nel modenese saranno controllati in media circa cinque volte ciascuno dai tecnici della Provincia di Modena. La programmazione dei sopralluoghi è stata decisa nei giorni scorsi dalla Giunta provinciale che ha approvato un accordo triennale di collaborazione con 13 Comuni.

I sopralluoghi saranno effettuati secondo una duplice modalità: dai tecnici dell’Ufficio controlli cave intercomunale (Ucci) sulla base dell’intesa con i Comuni e dai tecnici dell’Ufficio cave della Provincia nell’ambito delle verifiche previste dalla legge regionale sulla polizia mineraria.

I Comuni che hanno siglato l’intesa (dove peraltro sono presenti i poli estrattivi principali) sono Modena, Campogalliano, Castelfranco Emilia, Concordia, Formigine, Frassinoro, Pavullo, Prignano, S.Cesario, Savignano sul Panaro, Serramazzoni, Spilamberto e Zocca). Gli altri sette Comuni interessati da cave (Finale Emilia, Fiorano modenese, Montecreto, Palagano, Riolunato, Sassuolo e Sestola) che non hanno aderito all’accordo, garantiranno autonomamente questa attività e la Provincia effettuerà comunque i propri controlli di polizia mineraria.

«Con questo accordo – spiega Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente – i controlli saranno intensificati anche grazie al potenziamento dell’Ufficio che è stato istituito dalla Provincia proprio per offrire un maggiore supporto ai Comuni. L’obiettivo è quello di garantire un monitoraggio costante sull’attività, compresi gli obblighi di ripristino al termine degli scavi, anche allo scopo di instaurare con le imprese un rapporto basato sulla prevenzione».

I controlli dell’Ufficio intercomunale saranno quasi 200 dedicati soprattutto al rispetto dei piani di coltivazione stabiliti dai Comuni (dalle quantità estratte alle profondità di scavo), mentre quelli dell’Ufficio cave saranno circa 150 e si concentreranno sul rispetto delle norme di polizia mineraria: sicurezza degli addetti, regolarità delle autorizzazioni e delle norme di carattere amministrativo, dalla cartellonistica alla manutenzione delle reti di scolo.

L’attività di controllo, pianificata anche per il 2011 e il 2012 per conto dei Comuni (sempre con un media di oltre circa 200 sopralluoghi all’anno), avrà un costo complessivo di 360 mila euro finanziati in gran parte dalla Provincia e in misura minore dai Comuni stessi con gli oneri da attività estrattive.

I sopralluoghi del 2009

Nel 2009 i sopralluoghi svolti finora sulle quasi 60 cave (42 attive e 18 non operative) e 34 frantoi presenti (di cui 28 attivi e sei in dismissione) sul territorio modenese dai tecnici della Provincia di Modena sono stati oltre 200. Dai controlli, sottolinea Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente, «è emerso il sostanziale rispetto della normativa, estremamente severa in un settore così delicato dal punto di vista ambientale e della sicurezza. Le verifiche costanti, inoltre, sono molto utili anche nella definizione della pianificazione provinciale».

I sopralluoghi non hanno portato al riscontro di violazioni particolarmente gravi: nessuno scavo senza autorizzazione o fuori dai limiti prescritti, né danni ambientali come l’intercettazione di falde acquifere.

Tra le inosservanze più frequenti figurano gli scavi non conformi a quanto previsto dal piano di coltivazione con otto casi sanzionati dai Comuni.

In diversi casi sono stati rilevati ritardi nella realizzazione delle opere di sistemazione morfologica, e sulla vegetazione, una carente cartellonistica e una inadeguata accessibilità alle cave per l’incompletezza delle recinzioni (tre diffide provinciali nel 2009).

Oltre a controllare, i tecnici provinciali in collaborazione con quelli comunali hanno svolto in alcuni casi un’attività di supporto nei confronti dei responsabili di cava per risolvere problematiche tecniche e amministrative.