“E’ assurdo che una pronuncia della Corte Costituzionale che aveva l’obiettivo di escludere l’applicazione di un’imposta, si risolva in un danno per i cittadini e soprattutto per le aziende che di fatto si troverano in questo modo a pagare una tariffa più onerosa rispetto al passato”. È la reazione di Confesercenti Carpi di fronte alla vicenda dell’inapplicabilità dell’IVA alla Tariffa di Igiene Ambientale che rischia a questo punto di trasformarsi in una ‘beffa’.

Nei mesi scorsi ha suscitato molto interesse tra le Associazioni di categoria e quelle dei consumatori la sentenza della Corte Costituzionale che sanciva la natura di tributo della cosiddetta ‘tassa sui rifiuti’, indipendentemente dalla denominazione utilizzata a livello locale che fosse tassa o tariffa. “Non vuole essere – precisa Confesercenti Carpi – solo una disquisizione di carattere meramente giuridico: in quanto, dalla pronuncia della Corte Costituzionale deriva l’inapplicabilità dell’IVA, imposta che colpisce le prestazioni di servizi ma, appunto, non i tributi”. La conseguenza logica, secondo l’associazione, doveva essere un risparmio per i privati, che non avrebbero più dovuto pagare l’IVA; mentre per le aziende avrebbe avuto un effetto sostanzialmente neutro, in quanto l’IVA veniva già da prima portata in detrazione. “E invece è capitato l’esatto contrario. Il cosiddetto ‘decreto incentivi’ stabilisce ora che l’IVA dovrà essere considerata una quota della Tariffa di Igiene Ambientale”.

“Siamo al paradosso – dichiara Confesercenti – In sede di approvazione del bilancio avevamo chiesto al Comune, in qualità di azionista di Aimag, di attivarsi per evitare aumenti tariffari soprattutto nel contesto attuale di crisi economica, in cui tutti, aziende e cittadini sono obbligati a pesanti sacrifici. Non solo però la richiesta dell’Associazione non è stata ascoltata, ma addirittura, a causa di questo meccanismo interpretativo, le aziende perderanno la possibilità di usufruire delle detrazioni fiscali di cui hanno goduto negli anni precedenti. Urgono a questo punto provvedimenti seri da parte del comune. Non ci interessa il modo – conclude Confesercenti – ma chiediamo sia rispettato lo spirito della sentenza della Corte, per cui l’IVA sui rifiuti va tolta e non sostituita con altre voci”.