“La nostra città sta diventando sempre più multiculturale e le centinaia di persone immigrate che hanno voluto acquisire la cittadinanza italiana negli ultimi anni rappresentano per noi una ricchezza”. Con queste parole il sindaco Giorgio Pighi ha salutato i 50 rappresentanti di associazioni e comunità straniere intervenuti in sala consiliare per gli stati generali “Effetto Modena”. Pighi ha presentato il percorso di consultazione che si concluderà nell’estate 2011: “Vorremmo coinvolgere più persone possibile – ha detto – per ripensare il futuro di Modena dopo la crisi”.

In apertura del dibattito, Fanja Raza Fimboahangy ha consegnato al sindaco il report “Tutti i colori della Repubblica”: “Il 2 giugno, in dibattito tra vecchi e nuovi cittadini, abbiamo formulato proposte per la convivenza e l’intercultura in città”. Il sindaco ha invitato il gruppo a “presentare progetti anche nella seconda fase degli stati generali”.

Anton Lesaj ha ricordato il movimento del Primo marzo, “che ha portato nelle piazze italiane 300 mila persone. Usiamo l’italiano anche in famiglia, contribuiamo a questa società e non possiamo rimanere stranieri a vita. La presenza degli stranieri – ha detto – non va trattata come un problema di ordine pubblico”. Lesaj ha poi chiesto lumi sul futuro della Consulta stranieri: “Nel 1996 il Comune di Modena è stato il primo a istituire questo strumento, che ora sarebbe da riformare”. Il sindaco ha precisato che “c’è un impegno per una nuova forma di rappresentanza per gli stranieri, soprattutto se continuerà a tardare la legge per concedere agli immigrati il voto amministrativo”.

Secondo Mohamed Rizki “il Comune mostra un grande impegno per l’integrazione. Ci sono però – ha detto – alcuni bandi che escludono gli immigrati, come il bonus per le famiglie che hanno più di tre figli, dato solo a chi è cittadino dell’Unione europea. Noi versiamo i contributi, paghiamo le tasse e abbiamo diritto ai servizi”. Il sindaco ha replicato chiarendo che “alcuni contributi dipendono da leggi dello Stato. Noi cerchiamo sempre di non discriminare i residenti stranieri”.

Liramalala Rakotobe Andriamaro ha chiesto se negli stati generali “oltre all’incontro con i preti cattolici sono stati previsti momenti di confronto con rappresentanti di altre religioni”. Il sindaco ha spiegato che il confronto ci sarà, “ma con le parrocchie, al di là del tema religioso, il Comune ha vere e proprie convenzioni, ad esempio sulla gestione di molte scuole d’infanzia”. Eric Djetchou dell’Associazione studenti africani a Modena, ha parlato di “un gruppo di lavoro che aveva l’obiettivo di rendere Modena più accogliente per gli studenti: dove sono andate a finire le proposte fatte?”. Djetchou ha inoltre ricordato che “le residenze studentesche che chiudono nel periodo natalizio creando disagio a chi non ha la famiglia in Italia”, tema sul quale il sindaco ha annunciato il proprio impegno.

Nel dibattito è emersa anche la questione dei mezzi di informazione e della mediazione culturale: “Ci sono molti stranieri che in Italia non hanno mai comprato un giornale – ha detto Michael, rappresentante di un’associazione africana – e per loro servirebbe uno spazio radiotelevisivo in più lingue”. Samba N’Diaye ha ricordato che “esisteva una trasmissione multilingue, ma avrebbe funzionato meglio se gli immigrati avessero partecipato un po’ di più”. Memi Campana ha rimarcato l’importanza del Centro territoriale permanente per l’apprendimento della lingua italiana, puntualizzando che “nelle scuole abbiamo un’altissima presenza di alunni stranieri. La conoscenza dell’italiano – ha detto – si innesta meglio su una buona capacità espressiva nella lingua madre”.

Per Zighereda Tesfamariam dell’associazione Donne nel mondo “bisogna cominciare dalle scuole a prevenire la formazione di una coscienza razzista. Da trent’anni partecipo a tutte le riunioni e spero che in Effetto Modena ci saranno gruppi di lavoro con una buona rappresentanza di stranieri e di donne”. Wilma Mazzucco ha chiesto di conoscere “il piano di comunicazione di questa iniziativa. Modena – ha aggiunto – è una città all’avanguardia nella progettazione partecipata e credo sarebbe molto importante farlo sapere”. Secondo Cecile Kyenge, “molti immigrati hanno già la cittadinanza e sono impegnati in politica. Se Modena vuole cambiare credo che un segnale vada dato anche nella composizione degli organismi politici”. Kyenge ha inoltre evidenziato l’importanza di snellire le pratiche per il rinnovo dei permessi di soggiorno: “In provincia ci sono comuni molto distanti dal capoluogo e sarebbe meno dispendioso poter ottenere i permessi alle anagrafi”.

Soddisfazione “per la nutrita presenza e la qualità del dibattito” è emersa nella conclusione del sindaco: “Sono segnali di una città capace di discutere il tema dell’immigrazione in modo maturo. La rappresentanza dei nuovi cittadini è importante a tutti i livelli – ha rimarcato Pighi – prima sono state le consulte, ora dovranno essere consigli comunali e giunte. La xenofobia porta a vedere un problema nella complessità sociale, serve invece un approccio alto e consapevole a questi temi”.