Nel piano industriale Atcm approvato dal Consiglio di Amministrazione solo pochi mesi fa, era definita la qualificazione del delicato servizio di call center e prenotazione Prontobus.

In questi, giorni, la Direzione Aziendale, anziché attivare il processo di qualificazione previsto, formando il personale e introducendo la tecnologia necessaria ad un moderno contact center, ora reputa il servizio inadeguato e tira fuori dal “cilindro” una sorpresa.

Dopo aver pasticciato per alcuni mesi sulla organizzazione del servizio, caricando il personale di compiti, per diversi aspetti impropri, come ad esempio i servizi di portineria e centralino, adesso la Direzione ha deciso la creazione di una nuova società, Hola, in compartecipazione con la Co.Ta. Mo con relativo trasferimento degli attuali addetti del call center.

Come Organizzazioni Sindacali abbiamo già espresso forti preoccupazioni sulla scelta adottata da Atcm, non solo in merito alla tutela dei lavoratori – in quanto, come è chiaramente emerso nell’incontro di ieri, la Direzione della nuova Società Hola, intende applicare un Contratto Nazionale diverso da quello degli Autoferrotranvieri, peggiorativo sia dal punto di vista normativo che salariale – ma anche sulla tenuta del servizio stesso e sulla strategia complessiva dell’impresa.

La nuova Direzione Atcm, impegnata a risanare il conto economico dell’impresa, agisce in modo contraddittorio sulla tenuta e la qualità del servizio di Trasporto Pubblico.

Solo pochi giorni fa abbiamo letto sulla stampa locale l’enfasi di Atcm nel decantare i buoni risultati sul recupero dell’evasione, peccato che nel corso del 2009 questa attività sia statapressoché abbandonata per risparmiare sul personale, annullando in poche settimane i buoni risultati registrati precedentemente.

L’azienda, sempre per risparmiare, nei mesi scorsi, ha esternalizzato alcuni servizi di Trasporto, con i risultati discutibili, che abbiamo letto sulla stampa questa estate, come l’abbandono dei passeggeri della linea mare in un autogrill della A14, e una discutibile regolarità nell’applicazione dei contratti nei confronti dei lavoratori esternalizzati da parte dei partner di turno. Discutibile anche l’affermazione di Atcm che porta a definire il servizio di call center, tra le attività non rientranti nel proprio “core business”.

Questo può valere per attività diverse, ma non certamente per attività di servizi come una società di Trasporto Pubblico locale, che dovrebbero vedere il rapporto con gli utenti-clienti tra le proprie attività primarie.

Atcm anziché investire sul servizio del call center, dotandosi delle conoscenze necessarie per il suo buon funzionamento, valorizzando e qualificando le risorse umane impegnate, privilegia la classica e abusata soluzione della esternalizzazione, con un solo risultato certo: aumento della distanza nel rapporto con i propri clienti, ma risparmi economici incerti.

Ci chiediamo se nella mission del nuovo CdA vi sia la tenuta dell’azienda Atcm o il suo progressivo spezzettamento, soluzione già adottata in aziende delle Provincie limitrofe, dai risultati deleteri.

Come Organizzazioni Sindacali chiediamo che sulla strategia e sul futuro dell’Azienda Atcm si apra un tavolo di confronto anche con la maggioranza della proprietà, Provincia e Comuni.

(Segreterie FILT/CGIL, FIT/CISL,UILTRASPORTI, UGL TRASPORTI, FAISA/CISAL Modena)