“Stupisce e non poco che la sinistra, artefice di strabiche politiche sociali, che hanno di fatto relegato gli italiani in gravi difficoltà economiche a cittadini di serie B rispetto agli stranieri – anche gli ultimi arrivati – corra solo ora ai ripari senza proporre soluzioni ma attribuendo in maniera puerile responsabilità ad altri (governo in primis), dispensando autoconsolatorie assoluzioni per la propria fallimentare propensione alle spese extra”. Così il Coordinatore vicario del PDL modenese Enrico Aimi intervenuto sul dibattito aperto in materia di crisi economica e “sulle cig in scadenza nella prossima primavera, temi ahinoi sempre di più di strettissima attualità. Per anni abbiamo chiesto, gridando solitari nel “deserto” politico locale di invertire la rotta degli interventi sociali, cercando di razionalizzare la spesa dando altresì precedenza agli italiani in difficoltà. Ora, purtroppo e senza voler fare polemica, siamo impietriti davanti ai risultati che puntualmente si stanno palesando sotto gli occhi di tutti. La crisi economica che oggi investe primariamente le fasce deboli, sia ben chiaro, è venuta a crearsi essenzialmente non per colpa di questo o quello schieramento politico – ha subito aggiunto Aimi – ma per gli effetti di una tremenda crisi mondiale che in altri stati quali Spagna e Grecia in primis, ha già prodotto effetti devastanti. In Italia, invece, grazie al Governo Berlusconi le conseguenze più gravi sono stati abbondantemente arginate. Ma a livello locale le cose stanno prendendo nei fatti una piega potenzialmente pericolosa. Anche leggendo alcune dichiarazioni, dati alla mano, rilasciate nelle ultime ore. Dove c’è chi inizia irresponsabilmente a gettare le basi per il panic selling, dimenticandosi di aver passato troppo tempo a spendere denaro pubblico per accogliere indistintamente e a braccia spalancate tutti i disperati del Pianeta, in una utopistica missione salvifica che rischia ora di mettere in ginocchio l’intero sistema, gettando addirittura le basi per un suicidio guidato del welfare locale. E solo oggi ci si accorge con ritardo ingiustificabile e dando un’occhiata al borsellino, di non avere più nemmeno un “cent” per aiutare gli italiani che non riescono nemmeno più’ a far fronte alle bollette.

Non si può dunque non sottolineare la grave concausa che ha portato a preannunciare addirittura una richiesta d’aiuto al Prefetto per potenziali problemi di ordine pubblico ormai all’orizzonte. Le analisi economiche e i dati in nostro possesso, non danno adito a dubbio alcuno: ancora oggi, e sotto molte voci, oltre i due terzi degli aiuti è destinato agli stranieri. Una situazione assolutamente insostenibile alla luce di una presenza straniera del 10’/.; così non si può andare avanti. Nemmeno dinanzi a numeri che fanno tremare i polsi, chi amministra la nostra città riesce a rendersi conto che il tempo della demagogia e delle infatuazioni ideologiche è abbondantemente scaduto. Cosa raccontiamo dunque a tutti quegli italiani che – magari da trenta o quarant’anni – hanno contribuito con il proprio lavoro , i propri sacrifici , pagando le tasse a realizzare un agognato benessere dal quale sono stati inspiegabilmente esclusi e ora sono costretti a fare la fila alla Caritas per un pasto caldo o un misero aiuto? La coperta, e lo stiamo ribadendo in maniera forse ridondante, è chiaramente troppo corta; e’ al massimo uno stuoino e non ci sono più le condizioni per aiutare tutti indistintamente. Bisogna invertire la rotta in tempi rapidi e senza interpretazioni bizzarre dei numeri: non si può infatti continuare a dire che diminuiscono gli aiuti agli stranieri senza riflettere sull’altra faccia della medaglia, ovvero la bandiera bianca sventolata ormai da tantissimi italiani che non ce la fanno più. I redditi sono in picchiata e chi, speriamo ancora per poco, governa la città, vi deve porre rimedio, attuando politiche di razionalizzazione della spesa . Inoltre, a questo punto, non e’ nemmeno azzardato ipotizzare politiche che favoriscano il rientro nelle terre natìe dei troppi stranieri arrivati all’ombra della Ghirlandina. Il tempo delle ubriacature ideologiche speravamo fosse finito – ha concluso Aimi – per fare posto ad un naturale quanto sacrosanto principio di basilare semplicità: aiutare prima gli italiani”.