L’assessore all’Educazione Iuna Sassi ha incontrato stamattina in Sala del Tricolore gli studenti delle facoltà di Scienze della formazione, Scienze della Comunicazione e dell’economia, di Agraria e Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che stanno protestando in questi giorni contro la riforma degli Atenei e della ricerca universitaria proposta dal governo.

“Voi siete il presente e il futuro del nostro Paese – ha detto l’assessore agli studenti – Tagliare sull’Università come fa questo governo significa non investire su di voi, né sul futuro vostro e del Paese. Nessun Paese d’Europa taglia su formazione, ricerca e università come l’Italia. Certo non serve manifestare per mantenere comunque quel che c’è. Una riforma universitaria serve e va fatta, sia chiaro. Ma deve essere condivisa con chi lavora e studia nelle Università, e con criteri diversi, cominciando con il valutare quello che funziona e quello che non funziona, per cambiare quello che non va. Per riformare occorre discernere, tagliare e basta serve soltanto a chiudere”.

“La fine del pubblico, il passaggio al privato e la formazione universitaria per pochi – ha sottolineato Sassi – sono le conseguenze più evidenti del ddl Gelmini. Il diritto allo studio per tutti, l’opportunità di accesso all’Università, di crescita e di miglioramento della propria condizione personale e sociale nella stessa misura per tutti, al di là delle disponibilità economiche e delle classi sociali di provenienza, sono conquiste fondamentali, per le quali ci battemmo nel ’68 e che prima ancora rappresentano un diritto stabilito dall’articolo 3 della nostra Costituzione. L’Università rischia di diventare invece un’opportunità per pochi, per chi se la può permettere, in una società ingessata, immobilizzata; si rischia un forte declino perché tutti sappiamo che la qualità non si fa soltanto con le risorse, ma sappiamo anche che senza risorse umane ed economiche non si fa nulla”.

“Chi è veramente bravo e meritevole – ha concluso l’assessore Sassi – deve poter svolgere i propri studi anche gratis, e mi pare che con i tagli alle borse di studio il governo vada nella direzione opposta. La frequenza obbligatoria in alcuni corsi è indispensabile e non va contrastata. Le tasse universitarie sono mediamente basse rispetto ad altri Paesi, se aumentarle, naturalmente in proporzione ai redditi, può dare maggiore qualità e assicurare diritto allo studio per tutti, perché non aumentarle? Vi invito ad approfondire i diversi temi, a ragionarci sopra. La vostra protesta è importante, giusta e legittima, ma siate propositivi. Chiedete una scuola e un’Università di qualità e per tutti”.

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Ieri sera, al termine della seduta, il Consiglio comunale ha approvato (20 voti favorevoli: Pd e Sev; 6 contrari: Pdl e Lega Nord) un ordine del giorno, presentato dalla consigliera Rossana Cavatorti e Federico Montanari (Pd) sul tema della riforma universitaria: “Il Consiglio comunale esprime piena solidarietà e vicinanza agli studenti, ai ricercatori e ai docenti dell’ateneo della nostra città impegnati nella protesta” in opposizione alla riforma universitaria proposta dal governo.

“SI prevede nel 2011 – si legge nel documento approvato – un taglio all’Università di circa un miliardo di euro; il fondo per l’erogazione di Borse di studio è stato decurtato di altri 74 milioni di euro; i tagli all’Università sono una scelta miope e irresponsabile ed impediscono ogni serio progetto di riforma dell’Università”.

“Il governo – constatano i consiglieri – prosegue in una politica di tagli nei confronti di famiglie, giovani e cittadini in difficoltà: dal 2008, ultima finanziaria del governo Prodi, ad oggi, i fondi destinati alle politiche sociali sono diminuiti da 2,5 miliardi di euro a meno di 350 milioni”.