Conferma dell’impegno a garantire, senza aumenti tariffari, la realizzazione degli investimenti previsti sulla rete idrica, per oltre 12 milioni di euro nel 2011, ma anche la preoccupazione per la situazione di incertezza normativa rispetto agli affidamenti e alle tariffe dopo l’esito del referendum. Lo ha affermato, in un incontro con i rappresentanti del Comitato modenese per l’acqua pubblica, l’assessore provinciale all’Ambiente Stefano Vaccari che è anche presidente dell’Ato di Modena, l’autorità, gestita dalla Provincia, con compiti di regolazione e vigilanza in particolare sul servizio idrico e la gestione dei rifiuti.

All’incontro, convocato proprio per valutare gli effetti del referendum, hanno partecipato, tra gli altri, Renza Barani, Greta Barbolini, Lidia Castagnoli, Alessandra Filippi e Mauro Solmi.

Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del 18 luglio dei decreti del Presidente della Repubblica che abrogano le norme bocciate nella consultazione, ha ricordato Vaccari, si è aperta «una fase di incertezza in un quadro normativo che rischia di aggravarsi per il ritardo della Regione nel legiferare sul futuro delle Ato».

Per Vaccari, inoltre, con il voto «è stato detto chiaramente che i servizi essenziali come l’acqua debbono certamente essere gestiti in modo efficiente ma lontano da logiche speculative e di profitto. Da settembre – ha annunciato – lavoreremo come Ato per approfondire le modalità attraverso le quali sia possibile dal 2012 tenere conto della volontà espressa dai cittadini sul tema della remunerazione del capitale, nell’applicazione del metodo tariffario oggi vigente».

Alla prossima assemblea dei sindaci dell’Ato, inoltre, Vaccari presenterà la richiesta del Comitato di essere invitato con un proprio rappresentante a seguire i lavori, senza diritto di voto, ogni qualvolta i temi all’ordine del giorno siano di rilevanza per i cittadini.

Rispetto agli investimenti («gli oltre 12 milioni previsti per quest’anno saranno realizzati a tariffe invariate»), Vaccari ne ha ricordato la necessità «per ammodernare le reti migliorando la qualità del servizio e riducendo gli sprechi: occorre una nuova legge che, evitando il rischio di speculazioni su questo servizio essenziale, garantisca comunque la capacità di investire».