Stazioni interrate con soluzioni personalizzate, eco-shop in centro storico a cui conferire rifiuti differenziati in qualsiasi orario e contenitori che una volta colmi di spazzatura, chiamano la centrale chiedendo di essere vuotati. Le stazioni ecologiche del mercato di via Albinelli e di San Francesco, come il contenitore informatizzato di San Damaso sono stati tra i luoghi visitati da rappresentanti dell’ente pubblico palestinese che segue la gestione dei rifiuti e che ritiene di avere molto da imparare dall’Italia e da Modena.

Questa mattina il sindaco Giorgio Pighi, il presidente del Consiglio comunale Caterina Liotti e l’assessore comunale alla Cooperazione internazionale Fabio Poggi, assieme a rappresentanti di Hera e di Overseas, hanno incontrato in Municipio la delegazione palestinese per salutare l’avvio di un innovativo progetto di cooperazione internazionale che vede capofila il Comune di Modena e riguarda il riciclaggio dei rifiuti in Cisgiordania.

La delegazione palestinese era composta da rappresentanti del High joint service council for solid waste management di Hebron, l’ente pubblico che segue la gestione dei rifiuti per tutto il sud della West Bank, il direttore Yasser Dweik, e il responsabile della attività sociali Ahmedd Sokkar. Per gli altri partner del progetto erano presenti Vanni Bulgarelli e Sandro Boarini di Hera spa, Roberto Cerrina e Mario Cavani dell’onlus Overseas.

Oltre che dalle tecnologie utilizzate a Modena, i tecnici palestinesi sono rimasti colpiti dal grado di collaborazione e dalla sensibilità dei modenesi che hanno, per esempio, visto conferire autonomamente i rifiuti alle isole ecologiche. L’obiettivo del progetto è, infatti, contribuire a rafforzare la gestione dei rifiuti per garantire un servizio efficiente e sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche sviluppare campagne di sensibilizzazione per migliorare i comportamenti individuali.

In particolare, Modena affiancherà un gruppo di tecnici palestinesi al fine di individuare un possibile modello di raccolta differenziata da attuare nell’area di Hebron una volta che il programma della Banca Mondiale avrà reso funzionante le nuove infrastrutture.