Il Coordinamento regionale di SEL condivide e sostiene i contenuti dello sciopero proclamato da CGIL-CISL-UIL e parteciperà alle manifestazioni programmate nelle città capoluogo di provincia dell’ER per giovedì 14 e venerdì 15 novembre.

SEL è impegnata a sviluppare un’iniziativa parlamentare e nel paese per modificare la legge di stabilità del governo Letta, un provvedimento che non porta equità e sollievo al paese, non combatte la crisi e non rilancia l’economia.

La manovra per il 2014 del Governo prevede tagli alle pensioni per 4,1 miliardi nel triennio, ai pubblici dipendenti ed al loro reddito per 5,5 mld nel solo biennio 2013-14, alla sanità per 1,15 mld ed alle politiche sociali.

È una legge iniqua perché non si tassano le ricchezze, né si aumenta la pressione fiscale su rendite e transazioni finanziarie mentre la riduzione sulle buste paga è risibile (stimata in 14 euro mensile), mentre si prevede il taglio delle detrazioni per spese mediche e mutui casa.

È una legge di stabilità da respingere perché incapace di scuotere l’economia in crisi, non porta aiuto alla parte del paese più sofferente, non crea posti di lavoro e impoverisce la società.

Per queste ragioni, SEL indica e sostiene misure che rilanciano il lavoro, che portano equità e giustizia sociale, che rispettano la sostenibilità.

Lavoro: lo stanziamento di 11 mld di euro nel triennio per un “PIANO del LAVORO” capace di generare 300.000 posti di lavoro nei settori della ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici pubblici, delle energie rinnovabili, del riassetto idrogeologico, della valorizzazione dei beni culturali e del patrimonio artistico.

L’avvio della sperimentazione di un “Reddito di cittadinanza” e finanziamenti adeguati alla Cassa Integrazione Guadagni per gli esodati.

Welfare: occorre stanziare nel triennio 2014-2016, 3 mld di risorse per finanziare i principali fondi nazionali, quali: fondo per le politiche sociali, fondo per la non autosufficenza, fondo per i minori.

Interventi che si possono finanziare con le seguenti misure:

– Azzeramento dei finanziamenti alla produzione dei cacciabombardieri F35, di nuove navi da guerra, con un risparmio per lo stato pari almeno a 3,9 mld di euro.

– Reintroduzione dell’IMU sulla “prima casa” e contestuale aumento delle detrazioni da 200 a 400 euro.

– Introduzione di un imposta partimoniale sulle grandi ricchezze (base imponibile oltre 700.000 milioni euro di valore), che garantirebbe un entrata di circa 2 mld.

– Aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie dal 20% al 27%, anche per adeguarla ai livelli europei.

Misure che permetterebbero di restituire alle famiglie 11 miliardi euro, in tre anni, con detrazioni al lavoro dipendente per i redditi compresi tra i 15.000 ed i 35.000 lordi annui.

(Coordinamento SEL Emilia Romagna)