Gli imprenditori dei comuni della Bassa Reggiana sono da mesi preoccupati per gli ingenti costi che stanno sostenendo per la messa a norma antisismica dei loro capannoni. La Regione infatti, dopo il terremoto del 2012, ha tolto l’agibilità ai loro capannoni e ha richiesto una serie di interventi che solo in parte potranno essere eseguiti.

Il Sindaco di Novellara, su mia espressa sollecitazione, ha inviato una richiesta all’Assessore Regionale Giancarlo Muzzarelli affinchè si faccia carico della difficile situazione degli imprenditori dei comuni della Bassa, ma, a distanza di 9 mesi, l’Assessore non ha ancora risposto.

Pertanto ho richiesto un incontro urgente con l’Assessore Muzzarelli da tenersi in Commissione o in Consiglio Comunale a Novellara, perché non mi sembra opportuno vessare inutilmente le imprese della Bassa Reggiana, che già tanto hanno fatto per gli interventi di messa in sicurezza antisismica e che sono state marginalmente colpite dal terremoto del 2012, tant’è che i capannoni del nostro paese non presentano alcun danno infrastrutturale.

L’On Massimo Palmizio di Forza Italia si è interessato a questi problemi ed ha accolto la giusta lamentela degli imprenditori reggiani presentando un’interrogazione al Presidente del Consiglio, al Ministro delle Infrastrutture e al Ministro del Lavoro.

Riporto un estratto del testo dell’interrogazione depositata qualche giorno fa:

“– premesso che:

– a seguito dell’evento sismico avvenuto nel maggio del 2012, numerosi comuni della provincia di Reggio Emilia hanno disposto il divieto di agibilità per i capannoni industriali, a differenza di quanto stabilito dalla precedente normativa, che consentiva invece la praticabilità per i medesimi impianti che non avevano subito alcun danno a seguito di eventi similari;

– gli imprenditori ai quali è stato rimosso il suddetto divieto di agibilità, hanno comunque avviato la messa in sicurezza dei propri capannoni a proprie spese, ottemperando la discutibile scelta disposta dai comuni interessati, attraverso opere infrastrutturali (travi, pilastri, tetti, tamponamenti e scaffalature), ottenendo una agibilità parziale e l’autorizzazione di tre anni per completare i restanti lavori e ricevere l’agibilità antisismica completa;

– tale decisione determinerà in realtà, imponenti lavori di scavo e di ricognizione per i medesimi imprenditori, i quali per ottenere il permesso di proseguire la propria attività aziendale, dovranno intervenire con un notevole esborso finanziario, a scavare sotto la superficie, dove sono situati i propri capannoni, legare i plinti sottoterra e creare dei tunnel da riempire con gettate di cemento armato;

– gli effetti altamente negativi e penalizzanti segnalano i titolari di aziende, causeranno l’inevitabile sospensione delle attività produttive e commerciali, per diversi mesi, con un aggravio di costi, non rimborsabili di rifacimento delle aree limitrofe delle medesime strutture;

– ulteriori profili di criticità che derivano da quanto esposto in precedenza, rilevano inoltre gli stessi imprenditori, saranno determinati dall’indispensabile osservanza delle norme sulla sicurezza del lavoro, nei riguardi degli stessi lavoratori, i quali senza l’ottemperanza di quanto richiesto dai comuni in materia di adeguamento di norme antisismiche e di messa in sicurezza del territorio, rischiano di lavorare all’interno di un ambiente non a norma con prevedibili denunce in ambito sia civile che penale;

– le imprese coinvolte dalle suddette problematiche sollecitano affinché i comuni che si trovano nelle aree di confine del cratere sismico, siano esonerati dalla seconda ottemperanza prevista dalla normativa, ovvero che sia concessa l’agibilità soltanto con i lavori effettuati nel primo adempimento obbligatorio (lavori infrastrutturali che comunque hanno migliorato notevolmente la qualità strutturale degli immobili);

– la suesposta vicenda rischia di determinare evidenti ripercussioni negative e penalizzanti, nei riguardi del tessuto socio-economico produttivo delle aree della provincia di Reggio Emilia, già costrette a fronteggiare una situazione economica recessiva tuttora grave e le notevoli difficoltà causate dall’elevata tassazione che grava sulle imprese;

– fermo restando i condivisibili e necessari interventi di messa in sicurezza del territorio e di osservanza dei livelli di tutela e salvaguardia dei lavoratori sui luoghi di lavoro, l’interrogante rileva tuttavia, come le disposizioni previste dal decreto legge 6 giugno 2012, n°74 in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo e dal decreto legge 22 giugno 2012, n°83, concernente il finanziamento degli interventi per la rimozione delle carenze strutturali finalizzate alla prosecuzione delle attività per le imprese insediate nei medesimi territori interessati dal sisma, nonché dalle successive ordinanze, rischiano di provocare una serie di confusione e disparità fra i comuni interessati direttamente dal terremoto e quelli che invece sono stati lambiti dall’evento sismico, in quanto confinanti;

-quali orientamenti intendano esprimere, nell’ambito delle rispettive competenze, con riferimento a quanto esposto in premessa;

-se non convengano che, gli interventi previsti dalle ordinanze della Protezione civile e dal Commissario delegato, che indicano i requisiti di sicurezza antisismica per i capannoni industriali interessati anche indirettamente dal terremoto del maggio 2012, in alcuni comuni della provincia di Reggio Emilia, rischiano di determinare gravi ricadute nei confronti dell’economia locale con inevitabili ripercussioni sul piano occupazionale;

-se non ritengano opportuno in conseguenza delle criticità esposte in premessa, adottare misure urgenti e necessarie volte a rivedere l’attuale disciplina regolatoria in materia di certificazione antisismica e di obbligatorietà delle norme previste per l’agibilità dei capannoni industriali, in particolare nei comuni di: Novellara, Campagnola, Fabbrico, Correggio, Rio Saliceto, Rolo e Reggiolo, situati in provincia di Reggio Emilia;

-quali iniziative intendano infine adottare, nell’ambito delle rispettive competenze, al fine di sostenere l’importante tessuto produttivo delle aree interessate, le cui caratteristiche di agibilità antisismica, così come sono attualmente previste per i comuni limitrofi a quelli direttamente colpiti dal terremoto, rischiano di determinare la chiusura di molte attività imprenditoriali.”

 

Facciamo pertanto un appello a Muzzarelli: caro Assessore Muzzarelli, ci rendiamo conto che in questo momento è impegnato con le polemiche delle primarie del PD di Modena e con la sua candidatura a Sindaco, ma attendiamo da 9 mesi un suo interessamento, essendo ancora Assessore Regionale, venga al più presto ad incontrare noi imprenditori della Bassa reggiana!!

 

(Cristina Fantinati, Capogruppo Lista Insieme Novellara, Membro del Coordinamento Provinciale Lapam-Confartigianato)