supermercatoUn quadro ancora non semplice nell’andamento complessivo del commercio. Si inverte nuovamente la tendenza e le vendite a prezzi correnti accusano una leggera flessione dello 0,6 per cento nel secondo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2014 per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna, gettando un ombra di dubbio sulla ripresa dei consumi.

E’ l’indicazione di sintesi che emerge dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

Le tipologie del dettaglio La tendenza negativa interessa il dettaglio specializzato, sia quello in prodotti alimentari che perde lo 0,8 per cento sia quello non alimentare che accusa uno 0,6 per cento, ma anche iper, super e grandi magazzini (-0,7 per cento).

La dimensione delle imprese L’andamento delle vendite è risultato correlato con la dimensione aziendale, con un effetto soglia. La flessione è stata più ampia per la piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti, -1,6 per cento, ma pressoché analoga per le medie imprese, da 6 a 19 addetti, -1,2 per cento. Al contrario, le imprese maggiori, da 20 addetti in poi, hanno ottenuto un contenuto aumento delle vendite (+0,7 per cento).

Il registro delle imprese Prosegue la riduzione della base imprenditoriale. A fine trimestre erano attive 47.140 imprese del dettaglio, lo 0,8 per cento in meno (396 unità) rispetto a un anno prima. La tendenza è negativa, ma sensibilmente più contenuta, anche a livello nazionale (-0,1 per cento).

Grazie anche all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, crescono rapidamente le società di capitale (+3,9 per cento) e all’opposto, si riducono le società di persone (-217 unità).

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