Gravissime e inaccettabili le affermazioni dell’assessore Ruini. Ci si chiede quale sia la sua conoscenza della realtà scolastica di Sassuolo e del rapporto più che decennale tra le realtà associative e culturali del territorio e il mondo della scuola; realtà che l’hanno sostenuta, e che le hanno dato la possibilità di affrontare tanti temi e di fare tante attività formative, attraverso i progetti scolastici.  Proposte raccolte negli anni dagli uffici, in un costante contatto con il mondo della scuola, e che non sostituiscono, ma al massimo affiancano la scelta educativa della scuola senza sostituirsi ad essa, cosa impossibile; chi parla di imposizione di un modo di vedere o di una ideologia non sa di cosa parla, non sa cos’è la libertà di insegnamento, che è sempre responsabilità del singolo docente.

Al di là dei numeri, che possono sempre essere piegati a qualsiasi interpretazione ( chi dice che un progetto che costa poco vale poco?), quello che preoccupa è l’oggettivo impoverimento dell’offerta formativa, che è indice della ristrettezza di visione di questa giunta. L’assessore ha rigettato un progetto sulla violenza di genere, rifiutando un finanziamento regionale dedicato a questo tema, perchè teme lo strisciante diffondersi della teoria gender….allora non parliamo di bullismo, di violenza di genere, di sopraffazione. Non è pervenuta, a questo proposito, la posizione dell’assessore alle pari opportunità Camilla Nizzoli. Le motivazioni dell’assessore all’Istruzione Ruini non hanno nulla a che fare con questo progetto, che ha come finalità la promozione del rispetto della donna  nella comunità sociale. In un anno, il 2019, in cui ci sono stati 9 femminicidi in 9 mesi, solo in Emilia Romagna. Femminicidi, come attestano i processi, che sono l’esito di atteggiamenti consolidati, che possono essere combattuti solo con una forte azione educativa e di controllo. Ma  di certi argomenti a scuola non si deve parlare . Come non si deve parlare di migrazione, altro progetto cancellato.  Perchè i temi attuali sono pericolosi, e ideologici. Come se la scuola non avesse il dovere di insegnare il pensiero critico, e, senza imporre soluzioni, non dovesse insegnare che ci sono diversi punti di vista, e che i fenomeni sono più complessi e bisogna affrontarli.
E’ paradossale che in  questi giorni abbiamo sentito più e più volte ridicolizzare le proteste degli studenti, perchè invece di manifestare bisogna studiare e approfondire… A Sassuolo faremo la marcia del 25 novembre contro i femminicidi, ma a scuola non si dovrà parlare di violenza di genere. O  se ne dovrà parlare solo secondo “il messaggio politico che in tema educativo  e culturale ” la giunta vorrà imporre: sono le parole dell’assessore stesso, che, forse inconsapevolmente, dichiara apertamente che l’educazione avrà, sotto il suo mandato,  uno specifico fine politico. Una finalità preoccupante: questa davvero è  l’imposizione di una gabbia culturale. Parole che mai in passato, anche con giunte di diverso colore politico, si erano  sentite. Il mondo della scuola è avvertito.

(Maria Savigni – Giulia Pigoni)