Sarebbe la contesa per un parcheggio nell’area comune del giardino il motivo che avrebbero visto la figlia armarsi di un bastone e minacciare il padre con quest’ultimo che si armava di un coltello da cucina minacciando a sua volta la figlia. Minacce accese quelle dei due congiunti che fortunatamente sono rimaste tali. Per questi motivi con l’accusa di minaccia aggravata i carabinieri della stazione di San Polo d’Enza hanno denunciato alla Procura di Reggio Emilia, diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci, una 55enne e il padre di 85 anni, entrambi residenti in Val d’Enza.

Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale. Secondo quanto ricostruito dalle indagini dei carabinieri di San Polo d’Enza, tutto sarebbe iniziato nel tardo pomeriggio del 23 agosto scorso quando l’anziano si apprestava a spostare la sua auto, esposta al sole, per parcheggiarla in una zona piu’ ombreggiante del cortile di casa condiviso con la figlia. Un’intenzione, quella dell’uomo, non gradita alla figlia che pertanto manifestava al riguardo il suo disappunto. I due incominciavano a discutere dapprima offendendosi in maniera reciproca per poi minacciarsi a vicenda: la donna brandendo un bastone e il padre impugnando un coltello da portata che era andato a prendere a casa. Quindi la segnalazione al 112 della lite tra padre e figlia con l’operatore in servizio alla centrale operativa di Castelnovo Monti che inviava sul posto i carabinieri della stazione ei San Polo d’Enza.

Sebbene vi fossero le discordanze su chi avesse minacciato per prima l’altro, i carabinieri cristallizzavano la situazione in ordine all’ipotesi di reati di minaccia aggravata ravvisata a carico di entrambi. Al riguardo nell’immediatezza i carabinieri di San Polo d’Enza recuperavano il bastone impugnato dalla figlia e il coltello da cucina usato dal padre. Accertati i fatti e assicurate le fonti di prova i due alla luce dei fatti venivano denunciati alla Procura della Repubblica preso il tribunale di Reggio Emilia in ordine al citato riferimento normativo violato.