crocifissoNota del Consigliere Regionale nonché Coordinatore vicario del PdL a Modena avv. Enrico Aimi a commento della sentenza emessa oggi dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che vorrebbe bandire il Crocifisso dalle aule scolastiche.

“Lobbies anticattoliche in servizio permanete effettivo si sono schierate ventre a terra contro la Chiesa, i suoi simboli, il suo insegnamento ecumenico. L’autodeterminazione dei popoli è stata oggi gettata nel cestino con una sentenza emessa da uomini dimentichi delle radici cristiane dell’Europa, e nascostamente timorosi della forza dimostrata da una religione, quella cattolica, di fronte ai simboli e agli insegnamenti della quale anche la forza della ragion di stato ha sempre dovuto nel tempo soccombere. L’esperienza maturata nei secoli ci ha insegnato che se un popolo nega o anche solo dimentica le proprie radici spirituali e culturali è destinato a finire o, nella migliore delle ipotesi, a cadere in una condizione asservimento ad altre religioni o ideologie. Questo forse vogliono i sette giudici autori della più ottusa sentenza che lastoria dell’Europa Unita ricordi, questo certamente non otterranno finché il centrodestra sarà al governo nel nostro Paese. Qualcuno vuole privarci del nostro fiero orgoglio di appartenenza, abdicando al quale, in questo particolare momento storico, rischiamo di cedere ampie quote di sovranità culturale e spirituale a chi non vorrebbe accettarci nemmeno in casa nostra. E a coloro che su questo avanzano perplessità ribadisco che rischiamo di non conoscere la direzione nella quale stiamo andando se non abbiamo ben presente chi siamo e da dove veniamo. La forza della nostra fede ci chiede di gridare a quest’Europa invadente che al Crocifisso non vi sono e non vi saranno alternative. Checché si voglia quindi dire o fare per estrometterlo dal nostro quotidiano esso è e rimarrà sempre quel testimone silenzioso ma eloquente della storia, della cultura, dell’identità del nostro Paese, il simbolo di quei principi di eguaglianza, libertà e tolleranza e di quel secolarismo dello Stato che vengono oggi reclamati a gran voce in primis proprio da chi si professa laico o ateo”.