Con l’ apertura della caccia l’ erario ha riempito il carniere. Stato e Regioni, infatti, stanno per incassare 250 milioni di euro dai cacciatori. A ricordarlo, due giorni prima del via libera alle doppiette in 15 regioni, è Federcaccia.


Con l’ avvio della nuova stagione venatoria, spiega l’ associazione, le 750 mila doppiette italiane hanno corrisposto circa 150 euro ciascuna allo Stato e altri 60 euro alle Regioni. A questi va aggiunto il consistente indotto occupazionale, che conta quasi 60 mila addetti. Poi ci sono le somme che i
cacciatori versano annualmente alle strutture di gestione del territorio, gli Ambiti Territoriali di Caccia ed i Comprensori Alpini: in media circa 100 euro per sostenere specifiche azioni di miglioramento ambientale, ripristino di habitat e
sorveglianza. ”Queste risorse – ha detto il presidente di Federcaccia, Fausto Prosperini – dovranno essere destinate ad azioni di gestione e tutela del territorio e degli habitat, a vantaggio di tutti: cacciatori e cittadini non cacciatori”. Il cacciatore che si appresta ad entrare nella nuova stagione venatoria, ha assicurato, ”è un soggetto preparato, responsabile, un finanziatore di azioni positive in campo ambientale, un tecnico al servizio dell’ ecologia, una guardia ecologica senza divisa, un operatore che, rispettando leggi e regolamenti tende a mantenere l’ equilibrio tra le specie. E
soprattutto, un coltivatore di fauna. Malgrado le contestazioni del mondo ambientalista – ha aggiunto Prosperini – la caccia contribuisce infatti a qualificare il territorio, attraverso il miglioramento e il potenziamento del patrimonio faunistico, al
ripristino degli habitat, al governo delle acque, alla lotta contro gli incendi”.
L’apertura anticipata della stagione di caccia da parte di 15 Regioni ha ricevuto la bocciatura anche da Legambiente. ”Si è aperto il far west – nota – niente più regole per l’attività venatoria in Italia. Nel giro di pochi
mesi sono stati cancellati anni di lavoro per disciplinare quest’attività”. Contro quella che definisce ”una gestione anarchica del patrimonio faunistico”, Legambiente invita nuovamente i
deputati della Camera a riportare in Aula il dibattito sulla caccia e le Regioni ad una gestione più rispettosa del patrimonio animale.